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Violenza sulle donne: arriva il Piano d'azione, 10 milioni all'anno

Per opposizione 'solo annunci'.Centri antiviolenza, mancano fondi

Il Piano d'azione straordinario, previsto dalla legge 119 e invocato da tempo, è in dirittura d'arrivo e così pure i finanziamenti: è questa la buona notizia della Giornata contro la violenza sulle donne 2014, che si è celebrata oggi in tutta Italia. Dopo i circa 17 milioni già erogati alle Regioni per il periodo 2013-2014 per i centri antiviolenza, il Governo si impegna a finanziare la legge contro la violenza per 10 milioni nel 2015 e altrettanti nel 2016, più altri 7 milioni destinati ai centri.

Ad annunciarlo è stata, a Roma, la consigliera del premier Renzi per le Pari opportunità, Giovanna Martelli, nel corso di un evento al quale ha partecipato anche il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. Martelli ha illustrato anche le linee guida del Piano d'azione, che sono: comunicazione, educazione, potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, formazione, inserimento nel lavoro delle vittime, recupero degli autori di violenza, banche dati, valutazione dei fattori di rischio e 'Codice Rosa', cioè il programma di intervento nei confronti della donna che si presenta in un ospedale dopo una violenza. Il Piano, come è ormai consuetudine di questo Governo, passerà attraverso una consultazione online, che comincerà a fine novembre e durerà un mese. Entro fine gennaio 2015 poi, ha assicurato Martelli, è prevista la sua adozione. Nel frattempo, il Dipartimento Pari opportunità ha messo online la mappa di tutti i centri antiviolenza e ha realizzato, con il contributo della Commissione europea, una serie web, rivolta ai maschi e soprattutto ai più giovani, per sensibilizzarli al fenomeno. "La vera sfida è sul piano educativo, è quella di stare insieme, uomini e donne, nella loro diversità" ha detto il ministro Boschi.

Alla Camera, invece, la presidente Laura Boldrini è intervenuta in aula per avvertire che il fenomeno può essere contrastato solo "se cambia il modo di pensare e parlare: diversamente la normativa repressiva non servirà a nulla". Ma "non può essere una battaglia solo delle donne" le ha fatto eco il presidente del Senato, Piero Grasso, che ha parlato di fenomeno "socialmente, ancor prima che penalmente inaccettabile". Il dibattito a Montecitorio si è infiammato quando la portavoce dei deputati di Fi ed ex ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha accusato il Governo di promettere e non mantenere: "non ci interessa la retorica né gli annunci e le buone intenzioni" e neanche "le consultazioni online" ma "che il Governo non prenda più in giro le donne italiane". A protestare oggi sono stati anche i Centri antiviolenza, almeno quelli aderenti all'associazione D.i.Re, che hanno sottolineato come a fronte di un aumento delle donne accolte (+30% nell'ultimo anno) i fondi per far funzionare le strutture siano pochissimi e insufficienti: il 74% dei centri riceve finanziamenti pubblici il cui importo non riesce a coprire le attività che vi si svolgono, ha detto la presidente Titti Carrano. E nel 2013 i centri della rete D.i.Re hanno dovuto rimandare indietro 556 donne per mancanza di posti disponibili.

Quest'anno la Giornata si è tinta di vari colori: dal bianco del fiocco anti-violenza all'arancio scelto dalle Nazioni Unite nella campagna 2014, al rosso: di porpora, infatti, si sono vestiti i deputati del Pd oggi alla Camera e di rosso di è illuminata Piazza del popolo a Roma.

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