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In evidenza
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L'election day americano è tra due mesi ma per decine di milioni di americani è già arrivato il momento di votare, di persona o per posta, grazie all'early voting, una pratica nata negli anni '90 e sempre più popolare negli Usa con soli tre Stati che ne sono privi: Alabama, Mississippi e New Hampshire.
Inizia il 16 settembre la Pennsylvania, lo stato in bilico più importante per la conquista della Casa Bianca, seguita dal Minnesota e la Virginia il 20, il Vermont il 21 e l'Illinois il 26 settembre. Alcuni stati come il Minnesota e il Vermont daranno il via sia al voto in presenza che a quello per corrispondenza, mentre altri hanno tempistiche diverse per i due metodi.
La North Carolina, che quest'anno sarebbe stata la prima ad inaugurare il voto anticipato il 6 settembre, è invece ancora bloccata dal ricorso di un tribunale contro Robert Kennedy jr che è riuscito a far rimuovere il suo nome dalle schede. L'ex candidato indipendente, che ha dato il suo sostegno a Donald Trump, ha ottenuto l'eliminazione del suo nome anche in Michigan ed il ricorso del segretario di Stato potrebbe ritardare il voto anticipato anche lì.
Tradizionalmente ci sono due tipi di elettori che scelgono questa pratica: quelli che vivono all'estero - militari o altre figure professionali che non possono rientrare negli Stati Uniti - e quelli che lo preferiscono per convinzione politica. In genere, sono i democratici a vincere l'early voting, anche perché tra l'elettorato repubblicano c'è una sorta di diffidenza nei confronti del metodo. Quest'anno, tuttavia, visti i margini ristretti della corsa persino Trump, che in passato ha insinuato senza prove che dietro al voto per posta si nascondessero chissà quali frodi o cospirarazioni, sta incoraggiando i suoi sostenitori ad avvalersene. Quattro anni fa, complice anche la pandemia di Covid, ci fu un boom con oltre 100 milioni di americani, due terzi dell'elettorato, che scelsero l'early voting.
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