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In evidenza
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Molto spesso, quando c'è una discussione o un contenzioso, prima o poi uno dei contendenti, uno o più protagonisti del dibattito si appella ai fatti: 'Stiamo ai fatti!', 'Vediamo cosa dicono i fatti!', oppure 'Non puoi negare i fatti'.
Ascolta "Fatti (di Massimo Sebastiani)" su Spreaker.
Questo succede perché i fatti ci sembrano la cosa che può avere la massima evidenza e su cui quindi non si può assolutamente discutere. Un conto sono le opinioni, un conto le parole e un altro, completamente diverso, i fatti. E questo ci sembra che valga sia per le grandi dispute (chi ha invaso chi? Chi ha attaccato chi? Tanto per stare ai eventi più importanti degli ultimi anni, la guerra in Ucraina e quella a Gaza) che per quelle più piccole (il Manetti posseduto da Vittorio Sgarbi, La cattura di San Pietro, è davvero suo? Ed è l'unico quadro con quel soggetto o ce ne è anche un altro?).
In questi casi dobbiamo constatare che anche in presenza di fatti (o di quelli che ci appaiono come tali e quindi incontrovertibili), può esserci una discussione, un'interpretazione, un dibattito. Perfino sui dati dell'Istat (c'è più o meno disoccupazione? E come la calcoliamo?).
Per questo torniamo sulla parola Fatti di cui ci eravamo già occupati all'inizio del 2021, quando lo spunto fu una frase di Mario Draghi.
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