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GB - Si torna a scuola col patema

2 giugno

Redazione ANSA

Ingressi e turni scaglionati, banchi distanziati, classi divise, orari ridotti: fra paure, polemiche, le defezioni di non poche municipalità e famiglie, l'Inghilterra inizia a riaprire le sue scuole elementari dopo 10 settimane di lockdown e un bilancio tragico di morti per coronavirus. La ripresa scolastica è avvenuta a macchia di leopardo, limitata al momento ad alcune classi: i primi due anni e il sesto delle primarie. Un passettino verso la normalità, "cauto", giura il governo di Boris Johnson; ma preceduto dalle resistenze dei sindacati di categoria, allarmati per la salute di docenti e studenti sullo sfondo del tasso solo in parziale calo dei contagi sull'isola.

Una paura evidentemente condivisa anche da molti genitori (inclusi alcuni fra i tanti italiani trapiantati a Londra) che ha deciso di tenere ancora i figli a casa: il 46% del totale stando a un sondaggio, almeno fra chi non è costretto a tornare al lavoro. In cifra assoluta significa il forfait d'un milione circa di bambini, sulla platea prevista inizialmente dal governo Johnson, preoccupato di non aggravare le diseguaglianze sociali (le scuole chiuse pesano soprattutto sui più poveri) e convinto da una parte dei propri consulenti scientifici che il rischio contagio a scuola sia tutto sommato basso. Nonostante qualche difficoltà e contrattempo, inevitabile dopo uno stop così lungo, il ritorno in classe si è svolto comunque con un certo ordine nel racconto di vari testimoni. Anche grazie alle misure di sicurezza previste dalle autorità: dal numero massimo di 15 studenti per classe, agli ingressi (e uscite) differiti nel tempo, dalla temperatura registrata ad ogni arrivo, al distanziamento dei banchi (due metri). Niente obbligo di mascherina, viceversa, il cui uso resta facoltativo. Uno standard che nel giro di un paio di settimane dovrebbe essere estesi anche ai primi licei, nell'ambito del piano di graduale allentamento generale del lockdown. Ma non tutti sono allineanti: oltre 20 Comuni, soprattutto nell'Inghilterra del Nord, hanno sconsigliato la riaperture delle scuole, accusando il governo di frettolosa imprudenza. "Capisco le ansie dei genitori che hanno scelto di mandare i figli a scuola, così come i timori di chi ha preferito tenerli a casa - ha dichiarato all'ANSA Martin Kincaid, preside della St Augustine di Londra, frequentata anche da bambini italiani -. Abbiamo fatto il massimo per la sicurezza, ma un elemento di rischio rimane per quanto minimo. Dobbiamo imparare a conviverci".

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