E' di sicuro uno dei rimpatri più difficili ai tempi del coronavirus. Un team britannico formato da 12 ornitologi è finalmente riuscito a rientrare a Londra dopo un viaggio di due settimane, via mare e cielo, per andarsene dall'isola Gough, uno dei luoghi più remoti del mondo, situato nel profondo sud dell'Oceano Atlantico, 2600 chilometri al largo delle coste sudafricane, dove gli studiosi avevano compiuto una spedizione scientifica per preservare alcune specie di uccelli in pericolo, fra cui l'albatro di Tristan.
Come è stato annunciato da un comunicato stampa del Foreign Office, i ricercatori, di diversi nazionalità ma tutti membri della Royal Society for the Protection of Birds (Rspb), erano arrivati a Gough a fine febbraio e quando sono scattate nei vari Paesi le misure di 'lockdown' si sono sentiti letteralmente bloccati sulla piccola isola (90 chilometri quadrati di superficie), che fa parte dei territori d'oltremare britannici comprendenti Sant'Elena, Ascension e Tristan da Cunha e offre come unica struttura una stazione meteorologica con alcuni tecnici sudafricani. All'inizio si era pensato di far arrivare gli ornitologi in Sudafrica o sulle isole Falkland. Si è poi scelta un'altra destinazione: i 12 si sono imbarcati sullo yacht della spedizione, chiamato E.S.V Evohe, e hanno veleggiato per 12 giorni, sfidando l'oceano, fino all'isola di Ascension.
Lì sono stati recuperati da un volo speciale della Royal Air Force (Raf), col quale hanno finalmente raggiunto la capitale britannica e hanno così potuto raccontare la loro avventura.