Il presidente Vladimir Putin non sta affrontando la pandemia di coronavirus in un bunker. A smentire le voci, che corrono qua e là, è il suo portavoce Dmitry Peskov.
Che ovviamente non potrebbe fare altro, anche se fosse vero. Il dubbio nasce dal fatto che, con il lockdown, tutto o quasi ormai si svolge in remoto e dunque lo zar dal vivo si vede sempre meno - per non dire punto.
Putin ha iniziato a lavorare a distanza all'inizio di aprile, una settimana dopo aver visitato il principale ospedale russo per la lotta contro il coronavirus, a Mosca, il cui primario è poi risultato positivo subito dopo la visita del presidente. Da lì c'è anche chi temeva che Putin fosse malato. "Ci sono sempre un sacco di voci e il più delle volte non hanno nulla a che fare con la realtà", ha detto Peskov in un'intervista al settimanale Argumenty i Fakty, quando gli è stato chiesto delle voci su Putin rintanato "in un bunker".
"Il presidente è nella residenza di Novo-Ogaryovo, fuori Mosca, dove vive, lavora e conduce tutti gli impegni di lavoro, principalmente in videoconferenza", ha assicurato Peskov. In pratica una super dacia, immersa nel verde, e dunque assai meglio di un lugubre bunker. Tutti i ministri e gli alti funzionari che incontra faccia a faccia sono tenuti a sottoporsi ai test per il coronavirus, ha poi spiegato Peskov sottolineando che è "impossibile ottenere un incontro con il presidente senza controlli adeguati". Insomma, bunker o non bunker, la salute di Putin non sembra essere davvero un argomento di cui preoccuparsi.
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