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gb - Cooperazione mancata con Ue, monta sospetto dell'effetto Brexit

22 aprile

Redazione ANSA LONDRA

Tra smentite, rettifiche e chiarimenti, regnano incertezza e confusione attorno alla mancata adesione iniziale di Londra al programma di cooperazione paneuropea promosso dall'Ue per l'approvvigionamento di mascherine e materiale medico-sanitario. Un passo falso clamoroso, alla luce delle carenze sempre più evidenti emerse su questo fronte negli ospedali del Regno Unito in trincea per il coronavirus, dietro il quale c'è chi sospetta un rifiuto deliberato ispirato dai dogmi della Brexit. Anche se il ministro competente del governo di Boris Johnson, il titolare della Sanità, Matt Hancock, derubrica il tutto al frutto di "un banale errore amministrativo" attribuito almeno in parte a Bruxelles.

A rilanciare il sasso nello stagno, è stato Simon McDonald, alto funzionario del Foreign Office, nel corso di un'udienza davanti a una commissione parlamentare. Alla domanda sul forfait britannico, sir Simon ha risposto: "E' stata una decisione politica. Affermazione ritrattata dallo stesso McDonald solo poche ore più tardi, con una smentita che potrebbe essere stata imposta da Downing Street dopo che nel frattempo il ministro Hancock lo aveva pubblicamente contraddetto. "Non è stata una scelta politica", aveva ribattuto Hancock, evocando semmai un ritardo nella comunicazione ufficiale d'invito alla partecipazione allo schema dall'Ue: ritardo poi sanato con la successiva adesione al programma comunitario del Regno, che per il momento resta equiparato a uno Stato membro durante la transizione post divorzio in vigore sino al 31 dicembre 2020.

I dubbi però restano. Anche perché solo il mese scorso era stata proprio una fonte di Downing Street a spiegare che il Regno Unito si sarebbe "arrangiato da solo" per procurarsi i ventilatori, "in quanto ormai fuori dall'Unione". Salvo rimangiarsi tutto e parlare di un "disguido amministrativo, una mail non vista" dietro il presunto qui pro quo sul piano. Piano che è sempre stato e resta a disposizione di Londra, ha puntualizzato da parte sua la Commissione Europea: rifiutando qualsiasi giudizio sui motivi di Londra, ma anche qualsiasi responsabilità per l'iniziale "occasione mancata".   

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