Un 'vaccino passivo' per trattare pazienti gravi di coronavirus. E' quello a cui sta pensando il 'Magen David Adom', il Pronto Soccorso israeliano, nel tentativo di trovare nuove strade per contrastare la malattia soprattutto nelle sue forme più acute. Come ha spiegato il professor Eilat Shinar, vice direttore dell'istituzione, un paziente guarito dal Covid 19 ha donato il proprio sangue e questo sarà usato come 'vaccino passivo' per curare i pazienti. Il progetto si basa sull'ipotesi che i guariti dall'infezione abbiano sviluppato nel plasma speciali proteine o anticorpi in grado di aiutare chi è affetto in forma grave ad affrontare l'infezione. "Quando si è stati esposti a qualsiasi malattia - ha detto Shinar, citato dal Jerusalem Post - si sviluppano anticorpi". Per questo si parla di 'vaccino o immunizzazione passiva' quando questi anticorpi sono trasferiti in un altro paziente. Al contrario un 'vaccino attivo' è costituito da una versione morta o debole del virus iniettata in una persona con lo scopo di far scattare il sistema immunitario creando degli anticorpi in grado di proteggerlo. In una prima fase, il plasma donato dal paziente guarito sarà congelato e quindi inviato in vari ospedali israeliani che trasfonderanno il sangue nei pazienti. La seconda fase - ha aggiunto Shinar - avrà come obiettivo quello di raccogliere sufficiente plasma per preparare anticorpi concentrati (immunoglobuline) con le quali saranno poi trattati i pazienti. Shinar ha anche detto che il ministero della sanità è in contatto con due aziende per creare immunoglobuline e predisporre un protocollo per chi può ricevere il trattamento.
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