C'è chi si è trasferito nel proprio cottage di campagna, e chi ne ha affittato uno, fino a prezzi triplicati, magari su un'isola scozzese; chi ha scelto la suggestione di edifici storici, come torri e fortezze, e chi la comodità di ville con parchi privati. Si contano a decine ogni giorno le partenze da Londra, epicentro britannico dell'epidemia di coronavirus, verso luoghi di villeggiatura ameni e remoti.
Una via di fuga, sconsigliata con direttive sempre più imperiose dal governo di Boris Johnson e dalle autorità di zona, ma che lusinga chi se lo può permettere. La speranza, o l'illusione, è quella trascorrere la quarantena forzata in località meno caotiche e affollate della capitale; l'accoglienza da parte dei locali è però sovente tutt'altro che cordiale. Come testimonia la petizione online promossa in un villaggio gallese, e sottoscritta da quasi 10mila persone in due giorni, per chiedere il divieto di accesso ai proprietari di seconde case. "Non è xenofobia, solo una richiesta pratica", spiega il promotore, preoccupato che l'aumento improvviso di abitanti possa mettere in crisi il servizio sanitario locale. Timori condivisi dagli abitanti del villaggio di Porthcothan, in Cornovaglia, in una pagina di Facebook: "Non vogliamo essere maleducati, ma anche noi abbiamo famiglie e parenti anziani". "Non andremo nella nostra seconda casa perché temiamo che i locali ci aspettino con le asce! E avrebbero abbastanza ragione", ha twittato prudente Giorgio Viventi, un investitore immobiliare. Diversa la scelta di Monica, avvocato, un'altra italiana residente a Londra, che non ha aspettato il lockdown per spostarsi con la sua famiglia in una casa in affitto nel Kent. "Non abbiamo contatti con i residenti, ma quando usciamo per la spesa non vedo ostilità. Ad ogni modo resteremo qui almeno fino alla fine di aprile", racconta all'ANSA. D'altronde "nessuno vuole restare a Londra, si cercano paradisi sicuri dove poter essere felici, pur restando isolati per molto tempo", sostiene Bella Seel, titolare di una società di viaggio, ALS Sun, che ha registrato un aumento delle prenotazioni, senza limiti di budget. "Abbiamo affittato una villa per 3 mesi ad un cliente disposto a pagarla 55mila euro alla settimana", conclude Seel: perplessa, eppure non senza fregarsi le mani.