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Il sessantotto, Capanna: 'Una straordinaria liberazione'

'Rimangono tanti diritti acquisiti'

Il '68?: "E' stata una straordinaria liberazione. Un'acquisizione incredibile di spirito critico che ha portato a vedere le cose in maniera diversa rispetto a prima. L'acuirsi del senso di responsabilità. Si impara a rispondere di ciò che si dice, si pensa e si fa. Capire, come per altro insegnava Don Lorenzo Milani, che se uno vuole uscire dal suo problema da solo non ce la fa. Riuscire diventa la generosità del superamento delle difficoltà. Allora il pronome prevalente smette di essere io e diventa noi", dice Mario Capanna, leader storico del Movimento studentesco, parlamentare europeo e deputato, del quale è appena arrivato in libreria 'Noi tutti' (Garzanti).

Il sessantotto 50 anni dopo - LO SPECIALE

Cosa ci ha lasciato? "Ha lasciato un'eredità straordinaria, per due ragioni: nonostante le istituzioni abbiano fatto di tutto per reprime quelle idee di rinnovamento, si ha avuto la prova che se quelle idee camminano sulle gambe di milioni di giovani, uomini e donne, si ottengono conquiste di cui godiamo i frutti. Se in questo Paese c'è uno Statuto dei Diritti dei Lavoratori,la più grande riforma sociale di questi 50 anni, viene da lì. La liberazione dell'accesso all'Università (prima poteva accedervi solo chi veniva dal liceo scientifico o classico), è stato un modo di realizzare la Costituzione per quanto riguarda il diritto allo studio", spiega Capanna.

"Il diritto di famiglia era fermo al codice fascista del 1942 nel quale era previsto che il marito potesse picchiare la moglie purchè non lasciasse segni visibili. Nel '68 è stata sancita la parità uomo-donna, anche se come sanno bene le donne, c'è ancora molta strada da fare. Nell'autunno caldo del 1969 viene strappata la settimana lavorativa di 40 ore, il diritto delle assemblee in fabbrica e la parità normativa tra impiegati e operai. La grande lezione del '68 è che si deve combattere in prima persona per vincere. Se prevale la delega, non funziona, come è successo con l'art.18 che è stato sgretolato. La democrazia è partecipazione, il voto è importante ma è una parte minimale. Bisogna mettere il proprio cuore e lottare insieme. Oggi questa consapevolezza è scarsa. La gente non va neppure più a votare, stiamo raggiungendo livelli americani. La politica ha idee corte, spesso non ne ha affatto. Il mio libro, 'Noi tutti', propone pensieri lunghi, si cimenta con le grandi questioni del mondo. La politica non lo fa più. I problemi si moltiplicano e si aggravano per questo".

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