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Sanremo 2015, boom di ascolti: dieci milioni e 41% di share nella seconda serata

Picco di ascolti per Biagio Antonacci, il massimo dello share con Conchita Wurst. Ospite anche Charlize Theron. Omaggi a Pino Daniele e Mango

Foto di Ettore Ferrari e Claudio Onorati

Il festival di Carlo Conti fa ancora centro: la seconda serata, che ha visto sul palco Charlize Theron e Conchita Wurst, ha raccolto 10 milioni 91 mila telespettatori con il 41.68%, circa 2,4 milioni e quasi 8 punti in più rispetto alla seconda serata del festival 2014 (quando la media era stata di 7 milioni 711 mila con il 33.95%). Picco di ascolti per Biagio Antonacci: alle 22.13, alla fine dell'esibizione del cantante con l'omaggio a Pino Daniele sulle note di 'Quando', davanti a Rai1 c'erano 13 milioni 259 mila telespettatori. Alle 00.10, durante la performance di Conchita Wurst, è stato registrato il picco in share, pari al 53.21%.

 


dell'inviata Angela Majoli

"Bisogna continuare a pedalare, ci aspetta lo sprint finale". Il 'gregario' Carlo Conti sa che la salita è lunga, continua a spingere sulle staffe, ma intanto allarga il sorriso a barchetta, sempre più a forma di yacht. I numeri sono ancora dalla sua parte: oltre 10 milioni di spettatori e il 41.68% per la seconda serata di Sanremo, con un pubblico più giovane di quasi due anni e mezzo rispetto a un anno fa. Obbligatorio pensare a un bis: se Conti si nasconde dietro l'ironia ("Prendo i soldi e scappo"), il direttore di Rai1 Giancarlo Leone ammette di non avere "dubbi sul fatto che il prossimo Sanremo debba condurlo lui, ma il progetto va condiviso con il motore e l'anima di questo festival". "Non faccio proclami", sottolinea Conti.

"Sono il primo a fare autocritica, sulla conduzione, sulle interviste. Ma sono profondamente convinto delle scelte musicali". Va "orgoglioso" soprattutto di aver messo le Nuove Proposte in prime time: risultato, oltre 9 milioni e quasi il 30%. E poi "le canzoni stanno riempiendo tutte le radio, sono già scaricate tantissimo su Internet, stanno funzionando. Sono riuscito a inserire sapori molto classici, come Lara Fabian, Il Volo, a fianco di brani più nuovi come Moreno e Nesli o alternativi come De Michele-Coruzzi o I Soliti Idioti. Mi sarebbe piaciuto avere l'indie, il rock alternativo, ma i brani presentati erano pochi e non all'altezza". Nel festival rassicurante, senza brivido, che riporta sul palco Al Bano e Romina, rispolvera la gara, omaggia i grandi del passato, i paralleli si sprecano, ma il più citato resta Pippo Baudo. "Quando mi dicono che 'baudeggio' è come dicessero a un calciatore: hai fatto un gol alla Maradona", sorride il conduttore. Rivendica il suo stile ("Credo oggi di essere Carlo Conti"), ma elenca con modestia i suoi modelli: "Nel mio Dna ci sono l'anima 'baudiana', quella 'mikebongiorniana' quando faccio il quiz, quella 'arboriana' quando faccio la spalla dei comici. Mi piace citare anche l'ironia sorniona di Corrado e magari l'eleganza di Tortora. Se fossi riuscito ad avere un centesimo di ognuno di loro, sarei sulla buona strada".

Smette però i toni pacati e cita papa Francesco quando si fa cenno alle polemiche che hanno preceduto l'arrivo al festival di Conchita Wurst: "Chi sono io per giudicare? Serve rispetto. Non mi sono piaciute anche certe risatine quando la famiglia Anania ha detto che i 16 figli sono un dono della provvidenza. Non bisogna ridere né di Conchita né della famiglia Anania. Rispetto", ammonisce. Quanto agli spazi comici, che finora hanno deluso, "Siani ha fatto il suo e si è scusato per lo scivolone. Pintus era la prima volta che saliva su quel palco, che emoziona anche il più navigato degli artisti". "Ogni comico ha la sua cifra, la sua capacità di far ridere o sorridere. E le curve del pubblico durante gli interventi sono in salita", gli fa eco Leone.

Per il direttore di Rai1, "l'aumento del peso del target giovane è una delle chiavi del successo di questo festival, che ha saputo mettere la musica al centro di tutto", con un cast in grado di "intercettare diversi tipi di pubblico". Il segreto, "il format semplice, diretto, immediato", accompagnato dal "ritmo" che Conti mette in tutti i suoi programmi. Insomma, chiavi in mano per il 2016? "Proprio perché conosco Carlo, rispondo che dopo il festival ci prenderemo un mese di riflessione". Scherza il conduttore: "Sì, un mesetto in cui ho solo da tornare all'Eredità, a Si può fare e a preparare Tale e quale show. Ma è questo il bello del mio mestiere". Sfodera il sorriso largo come uno yacht, e riprende a pedalare.

 

 

 

 

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