Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Gli ebrei deportati da 'manicomi' di Venezia

Gli ebrei deportati da 'manicomi' di Venezia

Mostra a S.Servolo con cartelle cliniche 'per non dimenticare'

VENEZIA, 23 gennaio 2015, 16:58

Roberto Nardi

ANSACheck

Una paziente sarebbe riuscita a evitare quel giorno la deportazione nazista fingendosi pazza furiosa, su suggerimento di un medico, ma un'altra decina di malati ebrei degli ospedali psichiatrici di san Servolo e san Clemente, le due isole in mezzo alla laguna di Venezia, hanno avuto una sorte diversa tra il 6 e 11 ottobre del 1944, finendo alla Risiera a Trieste e poi ad Auschwitz.

    La loro 'storia' è raccontata in una piccola, ma non certo poco importante, mostra allestita nelle sale di San Servolo, da decenni non più ospedale psichiatrico, un tempo chiamato da tutti 'manicomio', ma dove è ancora forte il respiro del suo passato. In cinque teche ci sono una quindicina di cartelle cliniche, ci sono i segni delle visite preparatorie alla deportazione fatte da ufficiali fascisti; le richieste delle autorità si essere subito informate in caso di dimissioni; ci sono le descrizioni e i giudizi espressi dai medici, le traversie personali delle persone ricoverate.

    Un percorso documentario composto di piccoli 'frammenti' per dare testimonianza a una pagina della grande tragedia della Shoah, a cura della Soprintendenza archivistica per il Veneto e il Trentino Alto Adige e san Servolo servizi. "La psichiatria - ricorda Luigi Armiato, che con Fiora Gaspari ha curato la mostra - è stata in un qualche modo il banco di prova di quella che sarà la Shoah. i nazisti fin dalla loro salita al potere hanno avuto tra i loro primi obiettivi il cercare di eliminare i malati mentali. Poi hanno dato vita alla volontà di distruzione di un popolo". A dare il segno di quello che definisce "il clima storico del periodo", il curatore ricorda la trascrizione di una frase in un carteggio riferita a un malato ebreo: "Molto probabilmente la condotta che tiene nel manicomio è quella abituale della sua razza. È odioso e fa il piccolo commercio per procurarsi i mezzi per poter soddisfare i suoi piccoli bisogni personali, specialmente il fumo. Del resto è calmo, tranquillo, ordinato [...]". "La nostra - dice il curatore - è una mostra per non dimenticare sperando che non possa avvenire mai più, anche se i fatti recenti ci dicono che l'uomo non impara molto dalla storia".

    A ricordo dei sei pazienti ebrei deportati l'11 ottobre 1944 da San Servolo è stata posta anche una 'pietra collettiva' ad opera dell'artista tedesco Gunter Demnig.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza