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Wojtyla: un Papa nel mirino degli attentati

Wojtyla: un Papa nel mirino degli attentati

Il 13 maggio 1981 gli spari di Alì Acga in piazza San Pietro

CITTA' DEL VATICANO, 24 aprile 2014, 20:19

Redazione ANSA

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Giovanni Paolo II, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l 'attentato, il 13 maggio 1981 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Paolo II, sorretto dai collaboratori, qualche istante  dopo l 'attentato, il 13 maggio 1981 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovanni Paolo II, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l 'attentato, il 13 maggio 1981 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Wojtyla è stato il Papa che ha subito il maggior numero di attentati: episodi veri e minacce, reali o di mitomani, o addirittura casi esistiti solo per giornali e tv. Quasi una psicosi, tanto che spesso minacce anonime e persino segnalazioni di servizi segreti non sono state rese note. Nella memoria di tutti, naturalmente, è scolpito l'attentato del 13 maggio 1981, quando Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro, si accasciò sulla camionetta sotto i colpi di pistola di Alì Agca. Ma ci furono anche molti altri casi, non tutti pero' confermati. Di attentati, sia che fossero mirati a colpire la persona del Papa, sia che siano stati gesti dimostrativi, si può parlare concretamente solo in alcune occasioni.
    - 16 febbraio 1981: Pakistan. Un uomo muore per l'esplosione di un ordigno all'ingresso dello stadio di Karachi mentre Giovanni Paolo II viene accolto da decine di migliaia di persone. Secondo le ricostruzione dell'epoca, l'uomo aveva in un canestro una bomba rudimentale.
    - 13 maggio 1981: Roma, piazza San Pietro. Poco dopo le 17 Mehmet Alì Agca spara e ferisce gravemente Giovanni Paolo II che sta salutando la folla prima dell'inizio di un'udienza generale ferendo anche, meno gravemente, due donne. Il Papa, che nel caos e nell'indecisione seguiti a quel momento rischiò di morire dissanguato, fu operato all'intestino e a una mano.
    Giovanni Paolo II perdonò immediatamente e pubblicamente il suo attentatore che andò anche a trovare in carcere, il 27 dicembre 1983. Chi ha armato la mano di Agca? Certezze non sono mai state raggiunte, neanche in sede giudiziaria. Alle molte verità raccontate dal killer turco si sono aggiunte negli anni voci provenienti o attribuite a servizi segreti di mezzo mondo.
    Quanto alla matrice, molti lo collegano alla paura sovietica di un contagio di Solidarnosc verso gli altri Paesi allora gravitanti nell'orbita Urss. Giovanni Paolo II ha sempre sostenuto che tutto il tempo di vita dopo quel 13 maggio gli è stato donato, grazie a un miracolo della Madonna, che in quel giorno si venera nell'apparizione a Fatima. E quando nel giugno 2000 fu reso pubblico il testo della terza parte del segreto di Fatima, nella quale si parla di un vescovo vestito di bianco che viene ucciso con armi da fuoco e frecce, l'interpretazione ufficiale data dal Vaticano fu che in esso si prevedeva un attentato mortale al papa e che Maria deviò il proiettile.
    Proiettile ora conservato nella corona della statua della Vergine di Fatima.
    - 12 maggio 1982: Fatima. Alle 23 il Papa sta terminando una processione sul sagrato del santuario, dove si è recato proprio per ringraziare la Madonna di essere scampato, un anno prima, alla morte. A pochi passi da Giovanni Paolo II viene fermato il trentaduenne Josè Rodriguez Krone, spagnolo, che ha frequentato gli ambienti del vescovo tradizionalista Lefebvre. Gridando: ''Abbasso il Papa, muoia il Vaticano II'', tenta di aggredire Giovanni Paolo II. Nascosta ha con sé una baionetta di fucile tipo Mauser. Al processo gli è riconosciuta l'infermità mentale.
    - 3 maggio 1984: Seul. Fu definito uno scherzo: mentre il Papa si recava ad un incontro nella capitale della Corea, uno studente gli puntò contro una pistola. Ma poi buttò a terra l'arma, che andò in frantumi, essendo di plastica. Arrestato, dichiarò di aver voluto fare uno scherzo. Fu giudicato uno squilibrato. Cinque anni dopo, quando il Papa, il 7 ottobre 1989 tornò in Corea, tra i doni portati all'altare c'erano un Vangelo con una bomba Molotov e una di gas lacrimogeni, ma volevano essere un segno di protesta contro la repressione delle manifestazioni dei giovani per le riforme.
    - 15 maggio 1988: Perù. Durante la visita del Papa 4 bombe esplodono in varie zone di Lima. Gli attentati dimostrativi, non causano vittime, ma provocano l'interruzione dell'energia elettrica. Sono attribuiti ai guerriglieri di Sendero luminoso.
    - 10 settembre 1990: Costa d'Avorio. La notizia non è mai stata confermata, ma sembra che i servizi segreti francesi abbiano avvertito di una possibile bomba sull'aereo che riporterà il Papa a Roma. Il giorno prima della partenza da Yamoussoukro l'aereo sarebbe stato portato in Francia e sottoposto ad un controllo accuratissimo. Quella notte gli uomini della vigilanza vaticana dormirono a bordo.
    - 15 gennaio 1995: Filippine. Dopo la partenza del Papa, il capo della polizia di Manila raccontò di una irruzione in una casa, dove furono trovati timer, ordigni esplosivi, vestiti da prete e mappe della città con i percorsi del Papa. Sarebbero stati di un commando islamico, poi collegato a Bin Laden.
    - 11 aprile 1997: Sarajevo. Una carica esplosiva viene trovata sotto un ponte lungo pochi metri su cui doveva passare il corteo papale. Un portavoce della polizia dell'Onu (Iptf) spiega che ''il dispositivo era innescato, le 23 mine anticarro erano collegate ad un detonatore e ad un dispositivo radio che poteva essere usato come comando a distanza''. Ma la versione della polizia bosniaca sui tempi serviti per disinnescare tante bombe (20 minuti), susciterà non poche perplessità da parte di esperti. 
   

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