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Campo Dall'Orto, dalla Mtv generation alla Rai

Campo Dall'Orto, dalla Mtv generation alla Rai

Dal master Publitalia alla Leopolda, passando per caso Luttazzi

04 agosto 2015, 21:35

Redazione ANSA

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Antonio Campo Dall 'Orto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Campo Dall 'Orto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Campo Dall 'Orto - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Vogliamo essere generatori di cultura pop": è la mission che Antonio Campo Dall'Orto ha affidato alla sua Mtv Italia, rendendola un punto di riferimento per un'intera generazione, una rete dinamica, bussola musicale ma anche aperta ai grandi temi sociali, politici e ambientali. Dal master di Publitalia a Telecom Italia Media, fino a Viacom e al cda di Poste Italiane, l'ex ragazzo prodigio scalda i motori in direzione Viale Mazzini. "E' uno stimatissimo professionista, tra i più interessanti innovatori della tv italiana, un nome di altissimo valore", dice oggi Matteo Renzi del manager che sarebbe a un passo dalla poltrona di direttore generale Rai. Un'azienda da innovare, specie sul fronte del prodotto, in nome della "qualità" e del "talento delle nuove generazioni" invocati da Campo Dall'Orto anche alla Leopolda.

Su quel palco, nel novembre 2011, il manager parla della generazione sempre connessa, riformatrice e non rivoluzionaria, pronta a cambiare il mondo "non appena ne avrà la possibilità". Una generazione da "riscattare" e a questo punto da riavvicinare al consumo della tv generalista. Nato a Conegliano Veneto (Treviso) nel 1964, laurea in Economia a Ca' Foscari, a 25 anni Campo Dall'Orto viene nominato responsabile delle Analisi Settoriali del Marketing Strategico di IMS Europe a Madrid; passa poi a Valencia in IMS Spagna e diventa il nuovo Responsabile Marketing Commerciale, Pianificazione e Sviluppo Operativo. Due anni dopo torna in Italia e partecipa a un master in Marketing e Comunicazione promosso da Publitalia che gli apre le porte di Mediaset, dove diventa vicedirettore di Canale 5.

Nel 1997 comincia la grande avventura di Mtv Italia: è prima direttore generale e poi, nel 1999, amministratore delegato di Mtv Networks South Europe per i canali in Spagna, Portogallo, Francia e Grecia. Nel 2001 viene nominato ad di Mtv Italia e presidente di Mtv Pubblicità. Sotto la sua guida, la rete lancia personaggi come Victoria Cabello, Camila Raznovich, Andrea Pezzi, Marco Maccarini, Enrico Silvestrin, Giorgia Surina, detta legge in fatto di musica e innovazione, sposando le grandi campagne internazionali di sensibilizzazione, dalla mafia all'Aids, dal traffico di donne e bambini al sostegno alle aree del mondo colpite da catastrofi e terremoti. Parallelamente agli incarichi in Mtv, Campo Dall'Orto diventa anche direttore di La7: è lui a portare alla rete volti come Daria Bignardi, Piero Chiambretti, Gad Lerner, Maurizio Crozza, alternando l'alleggerimento degli show ai monologhi di denuncia di Marco Paolini in prima serata.

Nel 2007 il discusso stop al Decameron di Daniele Luttazzi, sospeso per gli insulti e le offese rivolte a Giuliano Ferrara dall'attore in uno dei suoi monologhi al vetriolo: una chiusura illegittima secondo il tribunale di Roma, che nel 2012 condannerà in primo grado La7 a un maxi-risarcimento da 1,2 milioni per il comico. L'esperienza in Telecom Italia Media (di cui intanto diventa direttore generale Television e poi amministratore delegato) dura fino al 2008, quando Campo Dall'Orto lascia - nella stagione dei tagli voluti dal nuovo management - per iniziare una carriera nel gruppo Viacom (come vicepresidente esecutivo), continuando a mantenere anche la guida di Mtv Italia. Nel 2014 viene scelto dal governo Renzi come consigliere di amministrazione di Poste Italiane, un incarico forse 'di passaggio' in attesa del grande salto alla Rai.

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