Serrando ancor più il pugno nel braccio di ferro in corso da mesi con il Fondo monetario internazionale a trazione americana, il presidente tunisino Kais Saied ha respinto le condizioni che l'Fmi pone per concedere a Tunisi un nuovo prestito, stavolta di 1,9 miliardi di dollari, e sventare così il rischio di default del Paese a 150 km dalla Sicilia e da cui salpano decine di migliaia di migranti diretti in Italia. "I diktat dall'estero che portano solo a un ulteriore impoverimento sono inaccettabili, l'alternativa è contare su noi stessi, siamo un Paese sovrano", ha detto Saied parlando in una cerimonia a Monastir sulle riforme chieste dal Fondo come condizione per la concessione del prestito. "Se volete vendere la Tunisia all'estero, questo non accadrà", ha avvertito il presidente ribadendo, come già fatto nei giorni scorsi, che "non siamo pronti a cedere un solo granello di sabbia, una sola goccia d'acqua o anche una sola brezza d'aria dal nostro caro Paese".
Saied e' riuscito ad imporsi agli elettori tunisini (specie giovani) come paladino dell'anti-sistema, vincendo le elezioni nell'ottobre del 2019 con il 72,53%% delle preferenze, battendo il il magnate delle tv Nabil Karoui, distaccato di molte decine di punti. Soprannominato "Robocop" per il suo modo forbito di parlare in arabo senza alcuna inflessione, conservatore, contrario all'abolizione della pena di morte, alla depenalizzazione dell'omosessualita' e al progetto di legge sulla parita' uomo-donna in tema ereditario, si dichiara musulmano ma "non islamista".Nel 2021, mentre gode ancora di una notevole popolarità in un contesto di blocchi politici e pandemia di Covid-19, si attribuisce pieni poteri costituzionali, revoca i membri del governo e congela le attività del parlamento, quindi lo scioglie, il che costituisce un colpo di stato per oppositori e analisti. Nel 2022 ha fatto adottare, tramite referendum, una nuova Costituzione caratterizzata da un forte potere esecutivo e che fa riferimento all'islam come obiettivo dello Stato e fonte del diritto nell'ambito di un processo contestato. Ai timorosi di chiusure verso l'esterno Saied ha risposto affermando che la "Tunisia rimarra' aperta e nessuno sara' escluso" e per farla finita con le abitudini degli uomini di potere del passato ha dichiarato che una volta eletto non avrebbe usufruito dello "sfarzoso palazzo di Cartagine", ma sarebbe rimasto a dormire a casa sua. La sua famiglia è di origine piuttosto modesta, ma intellettuale e appartenente alla classe media. Suo zio paterno Hicham Saïed fu il primo chirurgo pediatrico in Tunisia, noto in tutto il mondo per aver separato i gemelli siamesi negli anni '70. Saïed è professore all'Università di Tunisi. È stato segretario generale dell'Associazione tunisina di diritto costituzionale tra il 1990 e il 1995 e ne è vicepresidente dal 1995. Saïed è stato anche decano del dipartimento di legge dell'Università di Sousse, come esperto legale per la Lega araba e l'Istituto arabo per i diritti umani. Era anche membro del comitato di esperti che era stato invitato a offrire commenti al progetto di Costituzione della Tunisia nel 2014.