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In Siria 2,4 milioni minori fuori da scuole, 40% bambine

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In Siria 2,4 milioni minori fuori da scuole, 40% bambine

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In collaborazione con WeWorld

WeWorld, emergenza educazione sempre più urgente

09 giugno 2023, 16:25

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In Siria 2,4 milioni minori fuori da scuole, 40% bambine - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Siria 2,4 milioni minori fuori da scuole, 40% bambine - RIPRODUZIONE RISERVATA
In Siria 2,4 milioni minori fuori da scuole, 40% bambine - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con WeWorld

Dopo quasi 12 anni di crisi, in Siria oltre 2,4 milioni di minori sono fuori dal sistema scolastico. Di questi il 40% è rappresentato da bambine, la categoria più vulnerabile. In generale quasi un minore su 5 in età scolastica non frequenta alcun tipo di attività formativa, e quasi 3 milioni di loro vive in aree rurali. È l’allarme lanciato da WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 27 Paesi del mondo compresa l’Italia. Uno dei fattori principali che ostacola il rientro a scuola è, di fatto, la mancanza di edifici scolastici, distrutti dagli anni di guerra sul territorio. Strutture messe a dura prova dal conflitto in corso e, recentemente, anche dal terremoto che lo scorso febbraio ha colpito il nord del paese. Solo ad Aleppo oltre 263 edifici scolastici hanno riportato danni e parte di quelli illesi sono utilizzati come rifugi temporanei per le famiglie sfollate.
Sin dal 2011 WeWorld è presente in Siria. L’organizzazione lavora principalmente su educazione in emergenza e accesso all’acqua potabile, assicurando un accesso sicuro e inclusivo all'educazione a migliaia di bambine e bambini. Proprio ai ai progetti educativi in Siria sarà destinato parte del 5x1000 dell’organizzazione, con la campagna #RiempiamoiBanchi.
“Ancora una volta, milioni di bambine e bambini siriani vedono negato il loro diritto allo studio. Tra loro, ci sono anche studenti e studentesse che abbiamo aiutato ad accedere a un'istruzione sicura e inclusiva negli ultimi anni che oggi vedono distrutti gli istituti scolastici dove si recavano quotidianamente e che, sicuramente, non verranno ricostruiti a breve. Le conseguenze del terremoto si ripercuoteranno sul territorio per anni ed affrontare l’emergenza educazione in Siria è sempre più urgente considerando che è un settore che ha sofferto sin dall'inizio della crisi siriana nel 2011”, afferma Claudia Oriolo, rappresentante Paese in Siria per WeWorld.
Il programma di “Educazione in Emergenza” di WeWorld si basa su un approccio che supporta non solo le bambine e i bambini, ma anche le famiglie, le scuole e tutta la comunità. L’obiettivo è combattere l’abbandono scolastico e promuovere il reinserimento delle bambine e dei bambini siriani tramite campagne di sensibilizzazione comunitarie, organizzazione di attività di educazione non formale in centri ad hoc. I docenti ricevono formazione, e gli studenti e le studentesse il materiale necessario per studiare. Tra queste Manal, 14 anni, che sogna di diventare medico e riesce a frequentare le lezioni in un villaggio vicino al suo grazie a WeWorld: “Prima portavo i libri in un sacchetto di riso, ma ora mi piace imparare”.
Tra chi abbandona la scuola in Siria ci sono anche molti bambine e bambini con disabilità sia motorie che cognitive: il lavoro di WeWorld nel paese ha permesso la loro re-inclusione nell’istruzione tramite interventi sull’accessibilità delle strutture scolastiche. Con il supporto dell’Unione Europea è stato infatti portato avanti anche un intervento infrastrutturale in 7 scuole, con la messa in sicurezza degli edifici e interventi creativi per accogliere e attrarre i bambini e le bambine. In queste scuole, sono anche state riabilitate le strutture sanitarie, così da renderle accessibili e per fornire alle bambine e alle ragazze degli spazi di intimità sicuri. WeWorld ha inoltre riabilitato 5 stazioni di pompaggio e diverse reti idriche, a beneficio di oltre 20.000 persone. Questi interventi sono stati accompagnati da campagne di sensibilizzazione sulla promozione dell’igiene e sulle misure relative alla pandemia da Covid-19 a livello delle scuole e delle comunità, raggiungendo oltre 40.000 persone. Le attività del Progetto finanziato dall’Unione Europea sono state accompagnate da formazioni per lo staff del Direttorato dell’Educazione e dell’ente pubblico dell’acqua, così da rendere l’intervento sostenibile nel tempo.
La coalizione “Campagna Globale per l’Educazione”, di cui WeWorld è parte, con il sostegno delle reti di appartenenza Link2007, CINI, AOI, AVSI e CISP chiede al Governo italiano di impegnarsi a proteggere e promuovere il diritto all’educazione anche in contesti di emergenza e crisi protratte, attraverso un primo contributo di almeno 15M€ totali per i prossimi 4 anni al fondo globale delle Nazioni Unite Education Cannot Wait (ECW).

ANSAcom - In collaborazione con WeWorld

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