Tre imprese su quattro nel mondo hanno adottato politiche di lavoro flessibile. Una rivoluzione del luogo di lavoro in cui la tecnologia gioca un ruolo primario: reti mobili sempre più veloci, la diffusione dei servizi "cloud", ovvero basati sul web, ma anche la banda ultra larga fissa. È il quadro che emerge dalla ricerca "Lavoro Flessibile: Amico o Nemico?" condotta da Vodafone su un campione di 8 mila persone fra datori di lavoro e dipendenti di aziende di 10 Paesi. L'Italia si colloca fanalino di coda: solo il 31% dei dipendenti fa uso di forme di lavoro flessibile (a fronte del 36% della media globale), ed è davanti solo ad Hong Kong (22%).
Secondo la ricerca, a livello globale, il 75% delle imprese ha introdotto politiche di lavoro flessibile per consentire ai propri dipendenti di organizzare in modo più autonomo la giornata di lavoro. I datori di lavoro intervistati affermano che loro prestazioni nelle loro aziende sono migliorate soprattutto in termini di produttività (83%), profitti (61%) e impatto sulla reputazione aziendale (58%).
La tecnologia è una componente fondamentale: le reti mobili di ultima generazione 3G e 4G (utilizzate rispettivamente dal 24 e dal 18 per cento degli intervistati), i servizi cloud e anche la banda ultra larga fissa. Oltre la metà dei lavoratori (61%) utilizza la connessione internet banda larga di casa per accedere alle applicazioni di lavoro tramite smartphone, notebook o tablet.
I dati riferiti all'Italia evidenziano ampi margini di crescita per lo "smart working". Solo il 31% dei lavoratori afferma di essere a conoscenza di queste politiche e di utilizzarle. Lo smartphone personale è il dispositivo più usato da chi lavora fuori dall'ufficio (58%), seguito dal computer desktop (27%) e dal pc portatile personale (23%). Al 14% degli intervistati viene fornito lo smartphone aziendale (il 18% nel caso del notebook).
Dal punto di vista delle aziende italiane, il 70% dei datori di lavoro dice di aver adottato politiche di lavoro flessibile, riscontrando un aumento della produttività (84%) e un miglioramento del morale dei dipendenti (75%). La scarsa confidenza con i dispositivi tecnologici rappresenta però una barriera per il lavoro da casa: il 40% non sa come utilizzare audio e web conferencing e il 43% le videoconferenze.
Nello spaccato italiano Vodafone rappresenta un modello virtuoso. Secondo dati dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano è l'esperienza aziendale che coinvolge il maggior numero di dipendenti. Dal 2014 la compagnia consente a 3500 dipendenti di poter lavorare da remoto 1 volta alla settimana. Vodafone inoltre offre alle imprese e amministrazioni soluzioni di connettività e strumenti di comunicazione che abilitano il lavoro flessibile.
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