di Francesco Loscalzo
Più attenzione, fin dalla prossima Manovra del Governo, al ruolo delle professioni "che rappresentano una fetta importantissima del Paese". La chiedono i Dottori commercialisti che da Matera - dove si è tenuto un convegno promosso nell'ambito dell'ottava edizione della campagna "Previdenza in tour" della loro Cassa - lanciano un monito "per non sprecare" i fondi in arrivo con il quadro finanziario 2021-2027 dell'Unione Europea. Ce ne saranno di più per i settori considerati "prioritari" e "le competenze dei professionisti potrebbero essere determinanti per gestire e utilizzare al meglio le risorse stanziate da Bruxelles".
Nella Capitale europea della Cultura 2019, il convegno promosso dalla Cassa Dottori commercialisti ha avuto come titolo "Non sprechiamo l'Europa - Fondi europei, opportunità di sviluppo e ruolo del Dottore commercialista". Due tavole rotonde - con il racconto di esperienze di commercialisti e imprese - hanno analizzato il tema, "non piangendosi addosso e lamentandosi", ma cercando di "guardare in positivo" e "di fornire soluzioni per tutti quelli coinvolti nella gestione dei fondi Ue" perché l'Europa può aiutare a crescere.
Spesso, però, l'Italia e in particolare alcune Regioni del Sud "hanno avuto difficoltà a spendere queste risorse: da qui - ha evidenziato il presidente della Cassa, Walter Anedda - la necessità di porre un faro ulteriore e di mettere al servizio dell'obiettivo il lavoro del Dottore commercialista che da tempo è impegnato nel facilitare sia la parte amministrativa sia quella dei beneficiari nella gestione e nell'utilizzo dei fondi europei". Nella Città dei Sassi c'era pure il Viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, secondo il quale "bisogna sviluppare la capacità di utilizzo di questi soldi, perché si tratta di miliardi che possono migliorare la vita e il confort dei cittadini e che possono essere utilizzate per realizzare infrastrutture. E' fondamentale che - ha sottolineato il Viceministro - i commercialisti ci diano una mano in questo percorso".
Dall'analisi fatta durante il convegno di Matera è emerso che nel quadro finanziario 2021-2027 dell'Ue, i fondi destinati a settori considerati "prioritari e ad alto valore aggiunto europeo" potrebbero aumentare di circa 200 miliardi di euro. Quindi più risorse per ricerca, innovazione e agenda digitale, giovani, migrazione e gestione delle frontiere, difesa e sicurezza interna, azione esterna, clima e ambiente. I fondi a favore della Politica agricola comune (Pac) dovrebbero invece subire una riduzione, che per l'Italia dovrebbe essere di circa 4,7 miliardi rispetto agli oltre 41 miliardi complessivi della Pac 2014-2020. In crescita invece i fondi riservati all'Italia per la politica di coesione, con un aumento da 34 a 43 miliardi di euro circa rispetto alla dotazione 2014-2020. Queste risorse saranno destinate nella prossima programmazione a quelle che l'Unione europea definisce regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise), regioni in transizione (Abruzzo, Marche e Umbria) e regioni più sviluppate (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, provincia di Bolzano, provincia di Trento, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio).
Nel corso della giornata materana è apparso evidente come il mondo della previdenza stia cambiando. "Proprio così - ha risposto Anedda - sta cambiando e lo sta facendo velocemente anche perché il Paese sta invecchiando. Forse non se n'è accorto solo l'Inps che può contare ancora su importanti finanziamenti. Lo sanno bene invece gli Enti di previdenza dei professionisti, come il nostro. E noi - ha aggiunto il presidente della Cassa Dottori commercialisti - lavoriamo per incentivare il nostro ruolo anche nell'uso dei fondi europei". Una specializzazione "che può significare - ha evidenziato Anedda - aprirsi a un nuovo percorso professionale, che può dare ampi ritorni sia in termini qualitativi, di motivazione e soddisfazione personale, sia in termini economici". Dalla Basilicata, insomma, un invito rivolto "soprattutto ai più giovani" per affrontare "i tanti indirizzi specialistici che possono caratterizzare la professione del futuro. E proprio con quest'intento - ha concluso - che un Ente previdenziale come il nostro si pone come punto di riferimento per i propri associati, alimentando un flusso continuo di nuovi iscritti, base principale della sostenibilità su cui poggiare il futuro dei professionisti".
In collaborazione con:
CNPADC