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Oliviero Toscani, 'oggi siamo tutti migranti'

Fotografo a Il gioco serio dell'arte, 'basta avere paura'

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Il gioco serio dell'arte, il ciclo di incontri organizzati da Lottomatica a Palazzo Barberini. Ideati e condotti da Massimiliano Finazzer Flory, quest'anno correranno tutti sul fil rouge del tema delle migrazioni, di popoli, ma anche di arti, mestieri, pensieri.

"Come migrante non puoi dire di no, esattamente come da creativo", racconta Toscani, mentre sullo schermo scorrono le immagini di tanti suoi lavori, da Andy Warhol modello per la campagna Polaroid ai ritratti della sua raccolta sulla Razza umana, i condannati nel braccio della morte e Mig Jagger prima dei Rolling Stones, fino al corpo ancor meno che pelle ossa di un bambino in Somalia. "Sono le immagini davanti alle quali ti trovi facendo il reporter - commenta - La fotografia è la memoria storica del mondo. Da quando esiste ci siamo resi conto della violenza dell'uomo sull'uomo, che nella pittura, invece non ci colpiva tanto. Pensate alle immagini da Auschwitz. Se la fotografia fosse esistita al tempo, Bibbia e Vangelo sarebbero stati scritti diversamente. Anche Garibaldi oggi non avrebbe così tante statue se fosse stato documentato ciò che ha fatto per arrivare all'unità d'Italia. Ecco, questo e' il mestiere del fotografo: guardare ciò che anche gli altri dovrebbero vedere". Il pensiero va alle istantanee dei barconi colmi di uomini in fuga, alle file di migranti in marcia a piedi attraverso l'Europa, all'immagine del piccolo Aylan, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, rilanciata tra mille polemiche sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. "Si, io l'avrei pubblicata - risponde Toscani - Perchè un direttore dovrebbe decidere cosa posso vedere? Non sono le immagini a scioccarmi. E' la realtà che ci dovrebbe impressionare. Una fotografia basta non guardarla e ci sembra di non avere più responsabilità di ciò che ci circonda. Ma questo è terribile. In verità ci sono altre 100 fotografie di altri 100 bambini finiti così". Poi, però, una stoccata non la risparmia ai giornali, "mezzi condizionati dalle inserzioni commerciali", colpevoli di "titoli osceni" come il "Bastardi islamici" apparso su Libero. O "noiosi come il Corriere della Sera che diretto da me venderebbe milioni di copie".

Ma soprattutto Toscani punta l'indice sulla paura di questi giorni. "Basta diffondere terrore - dice - Questi giorni in realtà sono normali. Ogni ora muoiono migliaia di bambini per malattie che potrebbero essere curate o per mancanza di acqua. E invece oggi abbiamo tutti paura di morire, quando fra 100 anni di noi non ci sarà comunque più nessuno. Avere paura - incalza - è la cosa più facile, un modo per non assumere responsabilità. E' autoindulgenza, è non volere sapere ciò che ci aspetta. E' pigrizia. Siamo una società di estrema pigrizia, oltre che di gran imbecillità".

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