"È una rottura definitiva in Liguria. In Liguria siamo fuori dalla campagna elettorale". Lo ha detto Matteo Renzi arrivando all'assemblea di Iv a Roma. In Liguria "a questo punto stiamo fuori dalla campagna elettorale perché non facciamo più in tempo, ce l'hanno detto all'ultimo minuto, altrimenti avremmo fatto una lista. Quindi, che vinca il migliore tra Bucci e Orlando o che perda il peggiore, dipende dai punti di vista".
"Malgrado la rottura in Liguria - ha proseguito Renzi - siamo disponibili a fare un centrosinistra alternativo alla Meloni, ma non col cappello in mano. Siamo disponibili a dialogare, ma non a far decidere Conte. A Genova - ha spiegato Renzi - c'è stato un chiaro segnale di generosità da parte nostra, abbiamo accettato di tutto, di non presentare il simbolo per cercare di trovare un punto di intesa. Questo segnale di disponibilità è stato equivocato perché alla fine i 5 Stelle per fare l'accordo hanno detto che avrebbero scelto loro i nostri candidati. Ora, francamente io faccio tutti gli sforzi possibili per fare un centrosinistra vincente, ma non arriveremo mai al punto di permettere ai 5 stelle di scegliere i nostri. Come ho sempre detto, se c'è lo spazio per fare il centrosinistra insieme si fa e se no... nessuno di noi rinuncia alla dignità. Capisco che per Conte è difficile da capire, perché per noi la dignità vale più di una poltrona, per uno come Conte la poltrona vale più di tutto".
"Mi pare - ha detto ancora Renzi - che quello che è successo in Liguria dimostri che la posizione di Conte ha vinto rispetto alle aperture di Schlein. È una contraddizione che oggi esiste sulla leadership del centrosinistra. È evidente che Conte utilizza Italia Viva per attaccare la leadership di Schlein. Dobbiamo prendere atto di un risultato fallimentare alle europee - ha proseguito il leader di Iv - ma i numeri dicono che senza questa comunità non si vincono le politiche. Il risultato delle politiche, che sarà sull' 1 o 2 per cento si giocherà sul filo dei voti, sull'impegno dei candidati. I nostri voti sono decisivi, ma si infrangono sul tema dei veti".
Da parte sua, Conte ha ribadito le posizioni contrarie a Iv: "Io ci faccio dieci partite a pallone con Matteo Renzi. Ma la politica non la possiamo fare con Matteo Renzi, perché Matteo Renzi realizza la contaminazione tra affari e politica. Matteo Renzi, pur essendo parlamentare, tenacemente volendo stare in Parlamento, si fa pagare da governi stranieri. Come potete pensare che noi si possa governare con Matteo Renzi?. Non è un veto personale, ma su un modo di far politica che noi contrastiamo".
"Stiamo parlando di una forza politica", Iv, "che ha l'1-2% e che, tutti i sondaggi lo stanno dicendo, fa a perdere 4-5 punti all'intera coalizione. Poi tra l'altro c'è l'aggiunta che è una forza politica deliberatamente orientata a distruggere il movimento, quindi vuol dire che il Pd sta accettando che il movimento sia distrutto", ha aggiunto Conte che ha sottolineato: "Ad Andrea Orlando, come al Pd, abbiamo detto: non è possibile in Liguria imbarcare chi il giorno prima era a sostegno di Bucci. Come si fa a costruire un progetto alternativo? Bucci adesso è il candidato del centrodestra. Italia viva lo sosteneva".
Conte ha quindi attaccato anche il Pd: "Non si può andare avanti a colpi di ipocrisia, ci sono dei problemi col Pd, perché il pensiero che non viene esplicitato è: noi del Pd, forti del risultato delle elezioni europee, possiamo arrivare anche al 30%, e tutte le altre forze politiche si predisporranno con meccaniche di resistibilità a fare i cespugli per consentirci di governare in alternativa alla Meloni. Se questo fosse il progetto... i segnali e gli indizi vanno in questa direzione".
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