"Auspichiamo che, nel corso del
prossimo esame della riforma alla Camera dei deputati, tutte le
parti modifichino i propri atteggiamenti, per assumere una
postura più consona alla funzione loro affidata. Chiediamo, in
particolare, alla maggioranza di ribadire la disponibilità ad
accogliere modifiche al testo approvato in Senato e, qualora
possibile, di valutare con spirito costruttivo gli emendamenti
provenienti dalle altre forze politiche. Alle opposizioni di
abbandonare l'atteggiamento di ostilità preconcetta fin qui
manifestato, per aprirsi senza pregiudizi a un confronto nel
merito". Lo si legge in un nuovo appello delle quattro
Fondazioni e Associazioni (Magna Carta, LibertàEguale, Io
Cambio, Riformismo&Libertà), illustrato in una conferenza stampa
a Roma per una approvazione bipartisan della riforma sul
premierato.
L'appello chiede a maggioranza e governo precise modifiche al
testo licenziato al Senato ed ora all'esame della Camera e
chiede al centrodestra di fare il primo passo per avviare il
dialogo. "Condividiamo non da oggi - affermano le quattro
Fondazioni - l'obiettivo di cambiare la forma di governo con
regole che favoriscano la stabilità dei governi scelti dai
cittadini. Un'esigenza matura da decenni, da realizzare sul
piano nazionale in modo condiviso e con strumenti coerenti e
funzionali, in particolare nel rapporto tra forma di governo e
sistemi elettorali, tenendo conto delle esigenze di sistema
poste dalla Corte costituzionale".
Nonostante il Senato abbia modificato il ddl originario del
governo "le principali criticità segnalate non sono state ancora
rimosse. O permangono invariate nel testo, come il mancato
innalzamento del quorum per l'elezione del presidente della
Repubblica e il mancato ampliamento del suo collegio di
elezione; oppure vengono rinviate, in modo inappropriato, alla
legge elettorale i cui punti chiave vanno invece conosciuti e
valutati insieme alla riforma, in particolare per quanto
riguarda la maggioranza con cui legittimare/eleggere il
Presidente del Consiglio, le soglie per l'eventuale attribuzione
dei premi, la loro ampiezza e l'eventuale ballottaggio, la
questione dei possibili esiti difformi tra Camera e Senato, il
peso da attribuire al voto degli italiani all'estero".
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