In un clima internazionale di tensioni, con venti di guerra che soffiano al confine con l'Europa e con i combattimenti in Medioriente, il rischio che attraverso il confine orientale possano giungere in Italia frange terroristiche permane. Un potenziale pericolo su cui il governo, fin dallo scorso 7 ottobre, non ha voluto abbassare la guardia. E oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sul palco del congresso della Svp a Merano, lo ha ribadito: l'Italia ha "chiesto di sospendere l'accordo di Schengen con la Slovenia per il rischio di terroristi infiltrati tra i profughi in arrivo dal Medioriente tramite questo Paese".
E' il 21 ottobre del 2023 quando al confine tra Italia e Slovenia vengono ripristinati i controlli. Si tratta di una misura "temporanea", garantisce alla vigilia il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Il confine orientale è il punto di arrivo della rotta balcanica: da qui passano i migranti dopo un lungo viaggio via terra, spesso scaricati da passeur a ridosso dei due Stati. Tra di loro, ed è questo l'aspetto che non intende sottovalutare l'Esecutivo, potrebbero nascondersi terroristi, legati alla jihad e all'Isis. A gennaio, il 19, i controlli vengono dunque prolungati per altri 5 mesi.
La decisione, informa il Viminale, "è motivata dal perdurare del rischio di possibili infiltrazioni terroristiche tra coloro che giungono irregolarmente in Italia".
I controlli diventano presto un deterrente per l'immigrazione illegale. Secondo i dati diffusi da Piantedosi, nei primi 5 mesi di accertamenti "sono stati rintracciati 2.200 stranieri irregolari: di questi, più di 1.330 sono stati respinti. Sono state arrestate 118 persone, delle quali 65 per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".
Di recente il ministro dell'Interno, parlando di migrazioni, ha spiegato che "con Slovenia e Croazia stiamo lavorando per condividere un rafforzamento del controllo della frontiera esterna con la Bosnia" e "non appena possibile ripristineremo la libera circolazione". Ma commentando indiscrezioni di stampa, secondo cui la sospensione di Schengen potrebbe essere ulteriormente prorogata, nei giorni scorsi la senatrice Tatjana Rojc (Pd) ha messo in guardia dalle possibili conseguenze: "Con il ripristino dei confini l'Europa rischia di tornare indietro e il Friuli Venezia Giulia rischia di rinchiudersi rendendo la vita difficile ai cittadini e ai commerci, e tutto senza garanzia di maggior sicurezza". Anche la collega di partito Sara Vito, candidata Pd per il Fvg alle Europee, oggi ha tratto le sue conclusioni: i controlli "non stanno dando effetti. Sappiamo come in realtà la collaborazione fra popoli e il controllo sia possibile, ma non ripristinando i confini. Abbiamo un appuntamento importantissimo che è Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura 2025 ed è già questa la dimostrazione che in Europa l'unione fa la forza".
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