Il 72% degli italiani ritiene che la riforma della giustizia sia un tema prioritario, ma solo per il 20% è una priorità assoluta, mentre per il 52% è secondaria rispetto ad altri settori.
Secondo l'8% non è per nulla prioritaria. È quanto emerso dal sondaggio realizzato dall'istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky Tg24, diffuso oggi dal canale all news in base al quale l'urgenza di questa riforma è sentita maggiormente tra gli elettori della maggioranza: per uno su tre è la questione più prioritaria di tutte (33% tra gli elettori di Fratelli d'Italia, 27% tra gli altri elettori di centrodestra).
Le opposizioni la ritengono invece un ambito di intervento meno prioritario: a definire la riforma della giustizia un tema poco o per nulla prioritario sono il 30% tra gli elettori del Pd e il 42% tra gli elettori del Movimento 5 Stelle.
Complessivamente il 45% degli italiani dà un giudizio positivo alla riforma della giustizia, mentre il 34% la giudica negativamente. Tuttavia, il dato supera il 70% tra gli elettori della maggioranza, mentre rimane negativo tra gli elettori delle opposizioni. La approvano complessivamente il 24% degli elettori Pd e il 35% degli elettori del M5S. Tra gli elementi della riforma, la separazione delle carriere è l'unico a raccogliere il supporto della maggioranza degli italiani (il 65% lo approva). Un supporto che è trasversale tra tutti gli elettori: sono favorevoli il 60% degli elettori Pd, il 68% degli elettori M5S, l'81% degli elettori di FdI e il 78% degli altri elettori di centrodestra. Al contrario tutte le altre voci della riforma raccolgono un'approvazione generale inferiore al 50%.
L'introduzione della collegialità del giudice per la misura cautelare del carcere è approvata dal 49%, la rimodulazione del concorso esterno in associazione mafiosa dal 45%, l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte dei pubblici ministeri dal 39% e l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio dal 29%. Analogamente anche sulle specifiche misure è presente una spaccatura per elettorato, con gli elettori della maggioranza che sono favorevoli a tutte le riforme tranne l'abolizione del reato di abuso di ufficio.
Il 69% ritiene che il sistema di valutazione dell'operato dei magistrati debba essere reso più rigido, solamente il 15% non concorda. Tutti i segmenti elettorali sono in maggioranza favorevoli, ma il supporto è maggiore tra gli elettori della maggioranza. Sono favorevoli il 57% degli elettori Pd e il 55% degli elettori M5S, il dato cresce tra gli elettori di FdI (84%) e degli altri partiti di centrodestra (82%). Secondo la maggioranza relativa degli italiani (42%), dovrebbe essere una commissione nominata dal Consiglio Superiore della Magistratura a valutare l'operato dei magistrati. Per il 18% dovrebbe essere una commissione nominata dal ministro della Giustizia, per il 17% una commissione nominata dal Parlamento. Considerando le intenzioni di voto, sono gli elettori dei partiti di opposizione ad avere un'idea più netta. Il 65% degli elettori del Pd e il 57% degli elettori del M5s concordano con la maggioranza relativa degli italiani sul ruolo del Csm nelle valutazioni dei magistrati. Gli elettori di maggioranza invece sono più divisi.
La maggioranza relativa (35%) degli elettori di centrodestra attribuirebbe il ruolo al Csm, ma una consistente minoranza (28%) la attribuirebbe al Parlamento (elettori FdI) o al ministro della Giustizia (altri elettori di centrodestra).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA