Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Stretta sulle ong, si lavora a sanzioni e sequestri

Stretta sulle ong, si lavora a sanzioni e sequestri

Al vaglio un nuovo provvedimento. Sbarchi non si fermano

ROMA, 12 novembre 2022, 18:42

di Domenico Palesse

ANSACheck

Il ministro dell 'Interno Matteo Piantedosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro dell 	'Interno Matteo Piantedosi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro dell 'Interno Matteo Piantedosi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Una stretta sulle ong, con la minaccia di multe e di sequestrare le imbarcazioni. I "nuovi provvedimenti" sull'immigrazione annunciati in conferenza stampa dalla premier Giorgia Meloni cominciano a prendere forma, anche se per il momento al Viminale non ci sono bozze o documenti già pronti sulla scrivania del ministro Matteo Piantedosi.
    L'idea sulla quale sembra ci si stia muovendo, al momento, è quella di riprendere in mano i decreti firmati da Matteo Salvini quando, da ministro e vicepremier del primo governo Conte, lanciò la sua battaglia contro le imbarcazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Con un obiettivo chiaro: avere a disposizione strumenti più pervicaci per bloccare le navi delle organizzazioni umanitarie. Lo stesso di quattro anni fa. Era il 2018, il governo gialloverde era appena nato - proprio come quello della prima premier donna - e l'esecutivo mandò un messaggio chiaro a quelli che lo stesso Salvini ha sempre etichettato come i "taxi del mare". Gli ostacoli da superare, però, non sono pochi. Considerando soprattutto il fatto, non secondario, che i provvedimenti furono accompagnati dai rilievi dello stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella e smontati in buona parte delle sentenza della Consulta.
    Quel che è certo è che il governo, in rotta con la Francia proprio sul tema della redistribuzione e l'accoglienza dei migranti, è pronto a mettere di nuovo mano al tema che ha accompagnato la 'calda' campagna elettorale estiva. Il primo passo è stato il decreto interministeriale - firmato dai ministri dell'Interno, della Difesa e delle Infrastrutture - per concedere lo sbarco sulle coste italiane solo a fragili, donne e bambini. Un provvedimento che, con ogni probabilità, potrebbe essere utilizzato proprio per arrivare al sequestro amministrativo delle imbarcazioni - disposto dai prefetti - nel caso queste non lo ottemperassero alla lettera. In ogni caso le nuove disposizioni dovrebbero finire all'interno di un decreto più ampio sulla sicurezza sul quale nei prossimi giorni cominceranno a lavorare gli uffici legislativi competenti.
    Saranno inoltre rispolverate le maxisanzioni alle imbarcazioni delle Ong che, all'epoca del decreto sicurezza bis, potevano raggiungere anche il milione di euro. Una cifra che non sarà riproposta ma che è possibile invece si assesti tra i 10mila e i 50mila euro, come era inizialmente prevista anche nei decreti sicurezza di Salvini. Non solo. Il ministro Piantedosi potrebbe riportare in auge anche la norma che concede al Viminale la possibilità di limitare o vietare l'ingresso, il transito e la sosta alle navi per motivi di sicurezza. I porti, dunque, rischiano di tornare "chiusi", come si compiaceva fossero l'allora ministro Salvini nel primo governo Conte.
    L'intenzione resta quella di avere un maggior controllo degli sbarchi, invitando le Ong a rispettare le leggi internazionali, così come ribadito anche dallo stesso ministro Piantedosi in una dichiarazione congiunta con gli omologhi di Malta, Cipro e Grecia. "Tutti gli Stati di bandiera - è il pensiero dei Paesi del Mediterraneo di primo ingresso in Europa - si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali". "Noi non ci arrendiamo - le parole di Sos Mèditerranée Italia -. Sappiamo che sarà più complicato ma sappiamo anche che non stiamo compiendo nulla di sbagliato, secondo quello che prevedono le leggi internazionali". "Non permetteremo l'escalation di atteggiamenti razzisti di questa destra disumana - le parole del co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra -. Saremo pronti a controllare qualsiasi atto discriminatorio, a denunciare a tutti i livelli per omissione di soccorso questo Governo se dovesse ripristinare l'epopea salviniana".
    Gli sbarchi, intanto, continuano a registrarsi ormai quotidianamente, in Sicilia come in Calabria. Sono un migliaio, ben oltre il limite della capienza, i migranti nell'hotspot di Lampedusa, dove volontari e assistenti organizzano di ora in ora i trasferimenti dei migranti. In 60 sono arrivati invece nella Locride, nel porto di Roccella Ionica, salvati dalla Guardia di Finanza mentre erano con il motore in avaria nel tentativo di raggiungere l'Italia su un barchino di legno. 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza