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Salvini lancia nuova Rai,sprint su TikTok per 4 ore

Salvini lancia nuova Rai,sprint su TikTok per 4 ore

'Basta casi Damilano con noi'. Lega chiude corsa sui social

ROMA, 23 settembre 2022, 22:13

di Michela Suglia

ANSACheck

Figlio Salvini al primo voto, 'pap�,magari avrai anche il mio... ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Figlio Salvini al primo voto, 'pap�,magari avrai anche il mio... ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Figlio Salvini al primo voto, 'pap�,magari avrai anche il mio... ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai bagni di folla con ore e ore di selfie e abbracci in piazza, alla 'piazza' del web, per ottimizzare tempi e numeri. E' la trasformazione - per un giorno - di Matteo Salvini che chiude così la sua corsa elettorale, vantando il record di 3 milioni di like incassati in 4 ore sui social. "Avrei dovuto fare 1000 comizi per arrivare a questi numeri", ammette il leader della Lega in versione 'one-man show' nella maratona che lancia in contemporanea su sei social, dal suo ufficio. Da lì archivia anche il canone Rai, strappando in diretta un cartello su cui riporta la proposta di toglierlo dalle bollette, lanciata per la prima volta domenica scorsa a Pontida. E sulla tv pubblica va oltre: "Quando andremo noi al governo, non ci saranno più casi Damilano - promette - Faremo in modo che a tutti venga garantito lo stesso spazio". E' l''editto' salviniano contro il giornalista Marco Damilano per l'intervista a Bernard-Henri Lévy su Rai3: le parole del filosofo francese avrebbero violato la par condicio, secondo l'Agcom.
    Cronaca di piccole 'rivoluzioni' annunciate alla vigilia del silenzio elettorale. Dopo aver macinato in un mese oltre 300 mila chilometri da nord a sud - numeri del suo staff - Salvini prova a distinguersi da alleati e rivali, andando su terreni semisconosciuti. Non solo Facebook e Twitter (su cui ha costruito gran parte della sua carriera di 'capitano') o Youtube e Instagram. Ma anche le piattaforme 'enclave' dei più giovani come TikTok e Twitch. E a fine corsa, proprio su TikTok il bottino conta 1,6 milioni di 'mi piace'. Dalle 14 alle 18 inoltrate il leghista armeggia un cellulare, mentre più telecamere lo riprendono e proiettano la diretta sui vari profili. Oltre alle scuse che pretende più volte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per le dichiarazioni sul voto italiano, Salvini sciorina programma, impegni. Perfino indicazioni su come votare sulla scheda. Per reggere alterna caffè, saluti a chi commenta e bacchettate a chi lo insulta ("Salvini appeso" o "Salvini mafia", le frasi su cui alza un po' la voce). Non manca la 'carrambata' del figlio Federico, al suo primo voto. A sorpresa va in onda un suo video: "Ti auguro buona fortuna papà, perchè so che sono elezioni più importanti del solito. Magari domenica riceverai anche il mio voto", gli dice sorridendo. Il padre ringrazia, emozionato. Poi racconta fiero di aver perso 9 chili negli ultimi tempi e accoglie alcuni ospiti, preceduti da un campanello che ricorda il salotto di Vespa. Sono giornalisti e politici, tra cui i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana e il ministro Giancarlo Giorgetti.
    E' soprattutto il 'Doge' a martellare sulla riforma dell'autonomia, rimarcata più volte a Pontida. "Non è la secessione dei ricchi, è l'applicazione degli articoli della Costituzione che non si può usare come il cucù, solo quando fa comodo", insiste il governatore. Salvini annuisce e poi tiene il punto: "L'autonomia va approvata dal primo Consiglio dei ministri perché già la Costituzione lo prevede", mentre smarcandosi da Fratelli d'Italia, avverte: "Il presidenzialismo è utile e verrà, ma serve qualche anno". Altro distinguo da Giorgia Meloni è sul modus: "Se devo cambiare la Costituzione, preferisco condividere le riforme perché a colpi di maggioranza non si va lontano", sentenzia. Il segretario traccia le priorità e, dovendo scegliere solo una misura, battezza un decreto energia salva-imprese: "E' sostanziale ed è la premessa per fare tutto il resto". Prima di salutare e correre al sit-in davanti alla sede romana della Commissione Ue, assicura che "indietro non si torna", quindi niente più partito nordista. E guardando a domenica, fissa la sua asticella: "Io punto a migliorare il risultato del 2018". Allora la Lega toccò quota 17%, cifra doppiata un anno dopo alle Europee. 
   

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