Gli uomini della Protezione civile sono schierati in divisa davanti la sede regionale di Palmanova (Udine). Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, passa loro accanto e li saluta. Poi si allontana e si volta: li saluta di nuovo con la mano, a lungo, quasi ad abbracciarli tutti. L'occasione è la visita alla sede regionale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, hub in cui sono stoccati e da cui partono aiuti per le popolazioni ucraine raccolti dalle diverse regioni. Verso le 15 quattro nuovi camion sono già alla volta della Romania con farmaci e dispositivi sanitari per un valore di circa 400 mila euro. Il convoglio è scortato dai mezzi della Protezione civile.
"Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere" anche "nell'accoglienza dei 60mila" cittadini ucraini "ad oggi, e chissà quanti dopo. Sarà fondamentale", afferma Draghi, parlando con i cronisti dopo la partenza del convoglio. C'è spazio anche per una domanda sul gas. "Vedremo, vedremo", risponde a chi lo interpella sulle nuove sanzioni che l'Europa starebbe decidendo contro la Russia e sulla risposta di Mosca secondo cui sarebbe impossibile che l'Ue nel breve riesca a sopravvivere senza il gas russo. Per quanto riguarda l'ultima parte della domanda (quella sul gas), il premier con il suo "vedremo , vedremo" non è entrato nel merito, si spiega in ambienti di governo, a scanso di qualsiasi possibile fraintendimento sul senso della sua risposta.
All'esterno della sede ci sono due proteste, organizzate da manifestanti dell'universo pacifista e della galassia no Green pass. Si sentono cori e qualche fischio. All'interno invece applausi.
Draghi partecipa a incontri istituzionali e a una riunione operativa di coordinamento, assieme, tra gli altri, al capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, al presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al vicepresidente dell'Anci Matteo Biffoni, al presidente della Provincia Autonoma di Trento e coordinatore per la Protezione civile nella Conferenza delle Regioni Maurizio Fugatti. Il premier si collega in videochiamata con il campo allestito dalla Protezione civile regionale in Slovacchia, a Michalovce, a una trentina di chilometri dal confine con l'Ucraina.
Il focus si sposta poi sull'accoglienza: "La decisione fondamentale che il governo ha preso - insiste Draghi - è di ascoltare gli italiani, la disponibilità, l'entusiasmo, l'accoglienza, la loro bontà. Il sostegno all'accoglienza non mancherà". Da parte dell'Ue ci sarà "un programma finanziato", assicura. Inoltre "ci sono programmi speciali per i minori, per le donne". E sugli aiuti, aggiunge: "Oggi non è previsto" un sostegno diretto alle famiglie che ospitano profughi: "passa tutto attraverso un'organizzazione centrale. In ogni caso quello che è cruciale è che questi aiuti, che vengano dati direttamente o passino attraverso una procedura, vengano erogati subito, perché il bisogno è ora non fra settimane. Questo è molto importante".
Gli arrivi infatti tendono ad aumentare. A oggi, conclude Fedriga - che sottolinea la "svolta" impressa da Draghi al rapporto Stato-Regioni - "non abbiamo chiarezza sui numeri "da qui in prospettiva, perché è molto dinamica la situazione.L'Unione Europea parla di più di 4 milioni di persone fuggite dall'Ucraina: principalmente vanno nei paesi limitrofi, ma ci aspettiamo un aumento".