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Elezioni amministrative 2021, mea culpa di Salvini. Letta. 'Ballottaggi, no accordi di vertice'

elezioni amministrative, il giorno dopo

Elezioni amministrative 2021, mea culpa di Salvini. Letta. 'Ballottaggi, no accordi di vertice'

Meloni rilancia la proposta 'Draghi al Colle e voto subito' ma FI la smentisce: 'Non è proposta del centrodestra'. Zaia: 'Il segretario deve fare il segretario'. Renzi: 'Ora un'area di riformisti liberali'

ROMA, 05 ottobre 2021, 09:55

Redazione ANSA

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Enrico Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Enrico Letta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Occhi già puntati sui ballottaggi dopo l'esito della prima tornata del voto amministrativo con il centrosinistra tornato a sorridere e il centrodestra che ha pagato divisioni e candidati sbagliati. Le elezioni comunali dell'era Covid danno nelle grandi città un vincitore certo: a Milano incassa il bis Sala, a Napoli fa il pieno Manfredi, e a Bologna vola Lepore, nelle ultime due città nell'inedita alleanza Pd-M5s.

Se il centrodestra tiene la Calabria con la vittoria di Occhiuto, Trieste e Torino vanno al ballottaggio mentre a Roma è testa a testa tra il candidato del centrodestra Enrico Michetti e l'ex ministro dem Roberto Gualtieri. Un risultato amministrativo che spingerà tutti i partiti a fare conti e riflessioni a livello nazionale. A partire dal crollo dell'affluenza che si attesta al 54,69% segnando un record negativo: in pratica un elettore su due non si è recato alle urne con il risultato peggiore di sempre a Milano e Torino. 

LO SPECIALE SUL VOTO

"Noi non faremo apparentamenti ma ci rivolgeremo alle romane e ai romani, partendo dalle elettrici e dagli elettori di Raggi e Calenda", con l'obiettivo di costruire "una città che funziona vicina alle persone", ha detto il candidato a sindaco di Roma del centrosinistra arrivato al ballottaggio, Roberto Gualtieri, a Uno Mattina su Rai 1.  La lista che a Roma che ha preso più voti è quella unica del candidato sindaco Carlo Calenda che, con il 19% dei consensi, precede FdI a sostegno del candidato a sindaco Enrico Michetti (17,4%). Al terzo posto c'è quella del Pd con il 16,3% che ha appoggiato il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. 

LA PARTITA DELLA CAPITALE

Gualtieri, interpellato in merito, ha riferito di non aver "ancora" sentito il leader di Azione Carlo Calenda ma ha aggiunto: "Mi aspetto che sosterrà il candidato progressista e demorcratico, sarebbe strano il contrario".  

In serata Il segretario del Pd Letta, neoeletto alle suppletive di Siena, sottolinea: per i ballottaggi "niente accordi di vertice, sono elezioni per le città, saranno i singoli candidati che parleranno agli elettori e gli elettori dovranno scegliere, non è il secondo tempo di una partita, il ballottaggio è tutta un'altra partita. I nostri candidati saranno convincenti". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, al Tg3.

Intanto Matteo Salvini ribadisce l'autocritica. "Una riflessione, senza inventarsi scuse: se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione". Così Salvini torna su Fb.

"Il segretario deve fare il segretario, e gli amministratori gli amministratori. Quando le dimensioni si sommano si fa gran confusione". Lo ha detto Luca Zaia, rispondendo a una domanda sulle divisioni nella Lega dopo le amministrative. "Le polemiche hanno riguardato tutti i partiti, e probabilmente non saranno finite", ha detto ai giornalisti. "Non è un problema di linea politica - ha aggiunto Zaia - ci si confronta. Poi l'amministrazione è una macchina che si 'tara' giorno per giorno. E poi su vaccini e Green pass come Lega avevamo già fatto un documento esplicito", ha concluso.

"Veniamo ai risultati - aggiunge - Stravinciamo in Regione Calabria, con il doppio dei voti del candidato di sinistra (54 a 27). Andiamo al ballottaggio a Roma e Torino, dove cinque anni fa al ballottaggio andarono PD e 5Stelle. Abbiamo perso (al primo turno e di tanto) Bologna, Milano e Napoli: responsabilità solo nostra. Abbiamo vinto al primo turno in città come Grosseto, Novara e Pordenone".

"L'area riformista (dai moderati che non vogliono Salvini e Meloni, fino ai democratici che non vogliono morire grillini) è fortissima. Sia dove vinciamo, sia dove facciamo testimonianza, i risultati sono molto buoni. E questo è fondamentale in vista del 2023". E' l'analisi del voto del Leader Iv Matteo Renzi nell'enews."Che dire: con l'1% abbiamo preso più consiglieri comunali di M5s. Italia Viva è viva. I Cinque Stelle no. Evviva l'1%! A forza di sottovalutarci ci fanno bene. Adesso dobbiamo costruire un'area vasta di riformisti e liberali, tutti insieme".

"Vedo un centrosinistra compatto e un centrodestra che a volte va un po' più in ordine sparso, invece adesso bisognerà serrare i ranghi ancora di più perché il conflitto ora si polarizza". Così la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni parlando dei prossimi ballottaggi, accanto al candidato sindaco del centrodestra per Roma, Enrico Michetti. E Meloni rilancia la proposta fatta ieri a caldo dopo il voto: "Il centrodestra è d'accordo sul fatto che Mario Draghi potrebbe essere un buon presidente della Repubblica e che in quel caso si potrebbe tornare a votare subito. O qualcuno pensa davvero, come ho letto di recente in qualche ricostruzione giornalistica, che noi possiamo eleggere Draghi al Quirinale e mettere un'altra persona al governo senza passare per il voto dei cittadini?. Escluso che qualcuno possa pensarci seriamente". Ma Forza Italia si smarca. Non c'è nessun accordo nel centrodestra sull'ipotesi, avanzata da Giorgia Meloni, che Mario Draghi diventi il prossimo presidente della Repubblica e che quindi si torni al voto subito. E' quanto si apprende da fonti di Forza Italia che esprime stupore per la posizione non concordata all'interno della coalizione ed espressa oggi dalla leader di FdI in una conferenza stampa a Roma. FI fa notare, inoltre, come Silvio Berlusconi abbia ribadito anche di recente, in un'intervista al Mattino di Napoli, che Draghi dovrebbe restare al governo fino a fine legislatura e che nel partito nessuno lo abbia mai indicato al Quirinale.

"E' finita nel M5s la stagione in cui si andava a tutti costi orgogliosamente da soli. C'è già stata una svolta: il Movimento è disposto a costruire un percorso comune, non lo disdegna più come invece in quella fase più antica della sua storia". Lo ha detto Giuseppe Conte a Carbonia per un mini tour elettorale in vista delle comunali del 10 e 11 ottobre in Sardegna. "I progetti vincenti sono quelli che creano un campo largo, un progetto serio, articolato e solido che coinvolge le forze progressiste - ha ribadito - il fatto che si lavori anche qui in Sardegna in questa direzione è in linea con una traiettoria politica nazionale".

LE REAZIONI A CALDO

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