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Migliaia di 'figli dell'Isis' rinchiusi nelle carceri curdo-siriane

Siria

Migliaia di 'figli dell'Isis' rinchiusi nelle carceri curdo-siriane

Sono i bambini e ragazzi di genitori che hanno in passato sostenuto il Califfato

14 luglio 2021, 13:01

Redazione ANSA

ANSACheck

Bambini siriani. Fonte Unicef - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bambini siriani. Fonte Unicef - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bambini siriani. Fonte Unicef - RIPRODUZIONE RISERVATA

Migliaia di bambini di numerose nazionalità occidentali e asiatiche affrontano una vita di reclusione nei campi e nelle carceri nel nord-est della Siria, con poche speranze di essere rilasciati dalle autorità curdo-siriane appoggiate dagli Stati Uniti. E' quanto denuncia oggi la Bbc con un reportage condotto da uno dei suoi inviati nelle regioni nord-orientali siriane, amministrate dai curdi e dove sorgono campi profughi e 'centri di riabilitazione per minori' che assomigliano a prigioni.

L'Isis è stato formalmente sconfitto in Siria nel 2019 ma in varie regioni siriane del centro e dell'est continua a fare proseliti presso segmenti della popolazione locale, e a operare come una insurrezione armata. L'Isis è anche presente di fatto nel campo di al Hol, il più affollato agglomerato di profughi e sfollati nel nord-est della Siria gestito dalle forze curdo-siriane. Ad al Hol risiedono in condizioni igienico-sanitarie molto precarie circa 60mila persone, per lo più siriane e irachene ma tra cui si contano anche migliaia di stranieri, di 55 nazionalità diverse.

Secondo l'inchiesta britannica, alcuni dei bambini e adolescenti di genitori che hanno in passato sostenuto l'Isis in Siria e in Iraq, vengono trasferiti dai campi, come al Hol o al Roj, in 'centri di riabilitazione' da cui non possono uscire. Quando compiono 18 anni, se nessuno chiede il rimpatrio verso il loro paese d'origine, questi ragazzi vengono trasferiti nelle prigioni, sempre gestite dalle forze curdo-siriane. Queste sono espressione locale del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) anti-turco e fondato da Abdullah Ocalan.

Le autorità curde dal canto loro da tempo insistono nel ricordare alla comunità internazionale che la questione dei prigionieri dell'Isis e dei loro familiari, donne e bambini, rinchiusi nelle carceri e nei campi del nord-est della Siria non è un problema che possono affrontare da soli ma che deve coinvolgere tutti i paesi da cui provengono questi individui.

Fino a quando queste donne e bambini stranieri, affermano le autorità curde citate dalla Bbc, rimarranno nei campi del nord-est siriano, l'Isis continuerà a sopravvivere. 

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