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Sud Sudan: agguato al padre Carlassare. Tra gli arrestati anche 3 preti della diocesi

Sud Sudan

Sud Sudan: agguato al padre Carlassare. Tra gli arrestati anche 3 preti della diocesi

Il missionario e vescovo italiano è stato ferito ieri in un agguato nella sua diocesi di Rumbek in Sud Sudan

ROMA, 27 aprile 2021, 18:04

Redazione ANSA

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Dodici persone sono stati arrestate a Rumbek, in Sud Sudan, accusate di essere coinvolte nell'agguato al vescovo Christian Carlassare. Lo ha riferito l'agenzia d'informazione Aci Africa, secondo quanto rilanciato da Nigrizia, la rivista dei Comboniani. "Tre di loro, tra cui spicca il nome del coordinatore diocesano John Mathiang, sono preti della Diocesi di Rumbek mentre gli altri sono laici con diverse responsabilità a livello della Chiesa locale", riferisce il portale dei missionari di cui fa parte lo steso padre Carlassare. 

La Chiesa sudsudanese sarebbe dunque in qualche modo coinvolta. Scrive Nigrizia, il portale dei Comboniani, facendo parlare una fonte anonima ma 'sicura' : "Le cose erano chiare da subito ma ora sono evidenti e possiamo dire con certezza che la responsabilità è di una porzione di Chiesa dinka (l'etnia del presidente Slava Kirr), che chiamo 'clan', all'interno delle autorità ecclesiali locali. John Mathiang è solo una pedina di questo clan. Il vero mandante è più lontano ancora ed è collettivo. Si tratta di una frazione della comunità ecclesiale di origine dinka che vuole avere il suo peso nella Chiesa e nel Paese per mettere mano sulle sue ricchezze".

Aci Africa rivela che gli arresti sono stati possibili grazie al ritrovamento del telefonino che sarebbe caduto ad uno dei due assalitori durante l'agguato e che padre Christian, colpito alle gambe, avrebbe involontariamente nascosto cadendovi sopra. Dai tabulati sarebbe così stato possibile per le autorità, che investigavano sulla vicenda, di risalire ai responsabili. Ma l'operazione tempestiva della polizia locale è realmente stata possibile soltanto grazie al comunicato del presidente Salva Kirr che ieri, in un'apposita nota, chiedeva investigazioni rapide dopo l'accaduto. "Quello del presidente è stato un segnale preciso - dice la fonte citata da Nigrizia - che si doveva agire perché si erano oltrepassati i limiti. Lui, che si definisce cattolico, sognava da tempo un vescovo dinka ma con questa vicenda a livello internazionale il Sud Sudan ne esce distrutto e stavolta Salva Kirr non può permetterselo". 
   

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