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Morto Emanuele Macaluso

Storico esponente del pci e della cgil

Morto Emanuele Macaluso

Politico, giornalista e sindacalista, Macaluso è morto stanotte all'ospedale Gemelli di Roma

19 gennaio 2021, 09:06

Redazione ANSA

ANSACheck

Emanuele Macaluso in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Emanuele Macaluso in una foto d 	'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Emanuele Macaluso in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giornalista, politico, scrittore e sindacalista Emanuele Macaluso è morto a Roma all'Ospedale Gemelli. Era ricoverato per problemi cardiaci aggravati dai postumi di una caduta.  Nato a Caltanissetta il 21 marzo del 1924, fu esponente del Partito comunista sin dai tempi della clandestinità e venne chiamato da Palmiro Togliatti alla Segreteria divenendone uno tra i più giovani componenti. Il 1 maggio del 1947 fu tra i testimoni della strage di Portella della Ginestra quando il bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla uccidendo 11 lavoratori e ferendone molti altri.  Macaluso si iscrisse al Partito Comunista d'Italia prima della caduta del Regime fascista. Iniziò la sua carriera politica nel 1951 come deputato regionale siciliano del Partito Comunista Italiano. Membro della corrente riformista (o, come egli preferiva, migliorista) del partito, di cui faceva parte anche Giorgio Napolitano, nel 1960 entrò nella Direzione del partito. Parlamentare nazionale per sette legislature (1963-1992), fu anche direttore de l'Unità dal 1982 al 1986 e ultimo direttore de Il Riformista dal 2011 al 2012. Quando il Pci si sciolse, aderì al Pds.

Presente su Facebook con la pagina chiamata 'EM.MA in corsivo', ha scritto il 21 ottobre scorso il suo ultimo articolo:

IL CONFRONTO CHE CI SERVE

Sul Corriere della Sera, Walter Veltroni scrive: “Se in questo momento drammatico per l’Italia governo e opposizione trovassero, nel rispetto dei ruoli, uno strumento di permanente consultazione e condivisione delle scelte fondamentali? Ci sono contingenze, nella storia di un Paese, in cui le ragioni di parte dovrebbero essere superate dagli interessi generali”.
Veltroni dice cose giuste ma a me pare che parli come se ci fossero ancora Togliatti, De Gasperi, Moro, Nenni, Berlinguer, La Malfa. Oggi quel mondo non c’è più. Guardando ai protagonisti che sono sul campo, gli auspici di Veltroni non sembrano possano avere uno sbocco reale e positivo.
Questo non significa che non bisogna lavorare e operare per superare il clima politico attuale e i rapporti che ci sono tra le forze politiche che appaiono lontane non solo nei loro interessi ma nella visione stessa della vita politica. L’auspicio di Veltroni di vedere, in questo momento drammatico, il governo e l’opposizione costruire uno strumento di consultazione e condivisione delle scelte fondamentali, sembra senza sbocco.
Quel che, invece, potrebbe essere possibile è avviare un dibattito tra le forze politiche, e all’interno stesso dei partiti, per valutare la situazione italiana e mondiale. A questo fine, trovare il modo di avviare un confronto pubblico coinvolgendo anche gli strati intellettuali e manageriali che hanno responsabilità sociali, e anche i sindacati. Bisogna cercare una vita d’uscita.
È ormai evidente che il governo attuale, con tutta la buona volontà del suo presidente, non è in grado di guidare l’Italia in ore difficili come queste. Occorre, quindi, una maggiore convergenza di forze diverse, per trovare soluzioni possibili sul piano economico, sociale e anche su come affrontare la pandemia. Mi pare che non vi sia un’azione adeguata al cospetto della crisi. Occorre una maggiore consapevolezza per radunare le forze che possono dare un contributo e maggiore certezza al domani del Paese.
Vorrei sollecitare il Pd ad avere un’iniziativa su questo fronte dato che, in questa fase, sembra che amministri solo l’esistente e non costruisca il futuro.

(21 ottobre 2020)

Viene ricordato da chi lo ebbe come direttore all'Unità come colui che "sfrondava le questioni andando al nocciolo. Riusciva sempre a cogliere l'intima essenza delle cose e poi su quello era capace di costruire la polemica, il confronto, la riflessione con mirabile arguzia e profondità".  

 

IL CORDOGLIO DELLA POLITICA

"La morte di Emanuele Macaluso mi addolora profondamente. Desidero esprimere i miei sentimenti di vicinanza ai familiari, a quanti, hanno condiviso con Macaluso impegno e ideali, e a coloro che, nel confronto democratico, anche su posizioni diverse, ne hanno apprezzato l'acuta intelligenza e il senso del bene comune. Macaluso è stato un protagonista della storia repubblicana e ha contribuito da dirigente politico e da intellettuale alla crescita democratica del Paese", scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L'Aula del Senato, prima di ascoltare l'intervento del premier Conte che sta per chiedere una nuova fiducia per il suo governo, ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Macaluso. Il momento di raccoglimento è stato seguito da un applauso unanime dell'Assemblea in piedi. "Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso - ha detto Conte -  credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana".

Ma anche il presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli ricorda il politico scomparso: ""Se non scrivo i miei pensieri mi sento morire", ripeteva. E così Emanuele Macaluso ha lavorato, riflettuto, fino alla fine dei suoi giorni. Diciamo addio a un pezzo importante di storia della sinistra italiana. Storia politica, culturale, ideale nel senso più nobile della parola". 

"Ho incontrato Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana", dice il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.

"Mi mancherà Emanuele Macaluso. Un uomo di rara intelligenza, impegnato fino all'ultimo a dare la sua lettura del mondo e dell'Italia. Un pezzo di storia della Repubblica che ci lascia", e' il ricordo del ministro della Salute Roberto Speranza.

"Ciao Emanuele, ciao compagno, ciao maestro. Sei stato quello che dovrebbe essere sempre la sinistra, popolo e pensiero, indignazione e speranza, riscatto e realismo. Le parole e la politica sono state le tue armi per cambiare il mondo e tu puoi dire che hai saputo cambiarlo". Così Andrea Orlando, vice segretario del Pd.

"Ho conosciuto Emanuele Macaluso alla presentazione di un documentario sui minatori siciliani a Montecitorio. Il suo intervento su lavoro e giustizia sociale fu intenso e appassionato. È stato un protagonista assoluto della politica. Ci mancherà il suo sguardo libero e lucido", dice il presidente della Camera Roberto Fico.

"A nome della Cgil e mio personale esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Emanuele Macaluso. La sua vita e il suo straordinario impegno politico sono profondamente legati alla storia della sinistra, del sindacato e della democrazia del nostro Paese", dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "La sua vita ci fa ripercorrere e riscoprire le lotte della sinistra e del sindacato che rappresentano tanta parte della storia della democrazia italiana. La sua curiosità e il suo impegno, così presenti fino ai suoi ultimi giorni, ci danno nuova speranza per cambiare la società in cui viviamo". Macaluso "è stato espressione di una generazione che si è misurata e cresciuta nella lotta contro il fascismo e nelle lotte sociali per il riscatto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Giovanissimo, si afferma come capo della Cgil siciliana e guida in prima persona i contadini nell'occupazione delle terre e nella lotta contro gli agrari, che costò la vita a decine e decine di sindacalisti. In queste lotte ci si scontrava non solo con i grandi proprietari delle terre ma anche con Cosa Nostra, a cui molto spesso gli agrari erano legati". "Sono queste esperienze, maturate nel vivo delle lotte sociali nella sua terra - prosegue Landini - che hanno fatto di Macaluso un dirigente di primissimo piano del Pci, vicino a Togliatti negli anni '60 e poi, con Berlinguer, direttore dell'Unità. Cultura e lucidità di analisi sono stati tratti distintivi di Macaluso. E proprio per questa ragione non poteva non cogliere e analizzare con sofferenza la crisi della sinistra degli ultimi anni"

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