L'epidemia di coronavrius in Russia non ha ancora - ufficialmente - dispiegato le sue ali ma già molti e antichi nodi stanno venendo al pettine. Uno fra tanti, la disparità fra ricchi e poveri, severissima in un Paese che registra tassi di ineguaglianza tra i più alti al mondo. Ecco allora che i ventilatori polmonari, veri e propri strumenti salvavita in questa lotta contro il male invisibile, sono diventati l'oggetto di culto da possedere senza se e senza ma, eclissando all'improvviso borsette griffate e auto lussuose.
Stando infatti a quanto ricostruito dal Moscow Times, le famiglie più in vista del bel mondo russo, i nuovi boiari della Russia di Putin, stanno tentando farne incetta, per un costo di circa 20mila euro ad apparecchio. La maggior parte dei venditori raggiunti dalla testata hanno confermato che stanno vendendo ad acquirenti privati, totalizzando circa il 30% delle consegne totali nelle ultime due settimane. "Ci sono state così tante chiamate che abbiamo dovuto smettere di prendere ordini", ha detto Dinara Yenokayeva, responsabile delle vendite di Oxy2.ru, aggiungendo di sperare in nuove rifornimenti per la fine di aprile. Nel mentre si è già formata una lunga lista d'attesa.
Una fonte interna a una di queste famiglie-d'oro (patrimonio netto, circa 1 miliardi di dollari) ha confermato di essere riuscita a mettere le mani su un ventilatore e di essere in attesa di altri due. Il piano è di allestire sale di terapia intensiva nelle magioni fuori Mosca, barricarsi in villa, e aspettare la fine dell'epidemia. Quarantena in salsa oligarca, insomma. Il punto però è che, senza dottori e specialisti, un ventilatore polmonare in sé può far poco. "Grazie a Dio, la maggior parte dei medici qui sono abbastanza etici da non andare a casa di qualche ricco quando migliaia di persone hanno bisogno di cure", ha detto Yaroslav Ashikhmin, cardiologo consulente del centro di sviluppo medico della fondazione Skolkovo. Ma le tasche degli oligarchi possono essere profondissime, alla bisogna.