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Coronavirus, Flai/Cgil: 'Tutelare la salute dei migranti nei ghetti'

In una lettera al presidente Mattarella, l'inquietudine del sindacato agricolo

"Agire subito per tutelare la salute dei migranti costretti a vivere in insediamenti rurali informali e nei ghetti". È l'appello che lancia, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica il segretario della Flai-Cgil, Giovanni Mininni in collaborazione con Terra Onlus.

"Esprimiamo profonda inquietudine e sentimenti di estrema preoccupazione - si legge nella missiva - per le migliaia di lavoratori stranieri che abitano nei tanti ghetti e accampamenti di fortuna sorti nel nostro Paese. Molti di loro sono impiegati nel settore agricolo, più che mai indispensabile per la sicurezza alimentare della cittadinanza e la tenuta collettiva.  Come è noto, le condizioni dei braccianti che oggi raccolgono i prodotti destinati alle nostre tavole sono spesso inaccettabili: le baraccopoli in cui sono costretti a vivere sono luoghi insalubri e indecenti, agli antipodi del valore stesso dei diritti umani. Il rischio che il Covid-19 arrivi in quegli aggregati, tramutandoli in focolai della pandemia, è motivo di fondata apprensione".

Nel video che arricchisce questo appello, la condizioni extrema di vita in cui sono costretti dei migranti in un ghetto nella piana di Gioia Tauro, in Calabria. Sono circa 300 i braccianti che vivono in queste condizioni. E si tratta di uno dei ghetti più piccoli di quanti ce ne sono soprattutto nel Mezzogiorno

"Riteniamo che i Prefetti, alla luce degli ulteriori poteri loro conferiti dal decreto legge de l'11 marzo - suggeriscono poi Flai e Terra Onlus - possano assumere autonomamente iniziative o adottare disposizioni volte alla messa in sicurezza dei migranti e richiedenti asilo presenti sul territorio, mediante l'allestimento e/o la requisizione di immobili a fini di sistemazione alloggiativa. Le risorse necessarie per gli eventuali interventi di rifacimento e adeguamento degli immobili requisiti potrebbero essere attinte dalla dotazione del Piano Triennale contro lo sfruttamento e il caporalato".

La lettera-appello ha registrato sinora le adesioni di don Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele, Luigi Manconi, Roberto Barbieri (direttore Oxfam Italia), Riccardo Vito (presidente Magistratura Democratica), Valentina Calderone (direttrice 'A Buon Diritto'), Medici per i diritti umani (Medu), Marco Omizzolo (Ricercatore Eurispes e Presidente Tempi Moderni), Danilo Chirico (presidente DaSud), Antonello Mangano (Terrelibere.org), Marina Galati (vicepresidente Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Csc Nuvola Rossa, Co.S.Mi.  (Comitato solidarietà migranti), e Sanità di Frontiera.

( martino.iannone@ansa.it )
   

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