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Libia, forze Haftar annunciano il cessate il fuoco. Sarraj accetta: 'Ora una conferenza'

Di Maio: "Nel raggiungimento di questo primo risultato, anche l'Italia ha fatto la sua parte"

Ahmed Al Mismari, portavoce dell' Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, ha annunciato in un video il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte. Una dura rappresaglia, ha affermato, verrà attuata contro chi non lo rispetterà. Il capo del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez al Serraj, ha infatti accettato il cessate il fuoco proposto da Turchia e Russia al quale hanno aderito anche le forze del generale dell'Est, Khalifa Haftar. In un comunicato pubblicato nella notte sulla pagina media del Gna, il premier libico Sarraj, oltre a confermare l'adesione al cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte e a promettere di difendersi in caso di sua violazione, invita le parti a una trattativa sotto egida Onu su come pervenire ad una tregua duratura e a lavorare con tutti i libici per una conferenza nazionale in vista della Conferenza di Berlino per giungere alla pace.

"L'annuncio della tregua del conflitto in Libia da parte del presidente Serraj e del generale Haftar - scrive il ministro degli Esteri Luigi di Maio su Facebook - è una buona notizia, perché crea spazio di ulteriore dialogo. La strada da fare è lunga, ma la direzione è quella giusta. C'è ancora tanto lavoro da fare - aggiunge - ma quello di oggi è sicuramente un passo positivo dopo mesi di stallo. Nel raggiungimento di questo primo risultato, anche l'Italia ha fatto la sua parte".

Intanto a Roma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato con il primo ministro libico Fayez Sarraj.

 

"Siamo estremamente preoccupati - ha detto Conte - per l'escalation" in Libia gli ultimi sviluppi stanno rendendo un paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull'intera regione". Bisogna "assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne". "L'Italia ha sempre linearmente, coerentemente lavorato per una soluzione politica, per contrastare l'opzione militare, ritenendo l'opzione politica l'unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste" ha detto il premier. "Possiamo rivendicare come Italia e governo in particolare, una posizione lineare e coerente nel linguaggio, nelle azioni e negli obiettivi". "Lunedì sarò in Turchia, martedì in Egitto, ma ho già programmato colloqui telefonici con leader di governo e presidenti di vari Paesi che sono coinvolti nello scenario libico. Voglio continuare a tessere questa tela che deve portarci a una soluzione pacifica". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine dell'incontro con il primo ministro libico. 

LA CONFERENZA STAMPA CONTE-AL SARRAJ

 

Apprezzamenti per il ruolo dell'Italia sono stati espressi dal premier libico al Sarraj. "Accogliamo con piacere l'iniziativa di Russia e Turchia per un cessate il fuoco e sempre disponibili ad accogliere qualsiasi tipo di iniziativa possa andare in questa direzione. La condizione è il ritiro della parte che attacca, che non sembra disponibile a ciò" perché ha un altro modus operandi. Lo ha detto il premier libico Fayez al Sarraj, al termine dell'incontro a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Siamo estremamente convinti della bontà della conferenza di Berlino che tende a ripristinare il processo politico che per noi è molto importante e apprezziamo gli sforzi in questa direzione, con il coinvolgimento della Germania ma anche di Paesi vicini a noi come l'Algeria e la Tunisia" dice il primo ministro libico Fayez Sarraj al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durato tre ore. "Confidiamo che questa iniziativa possa porre fine all'offensiva di cui soffriamo e che si traduce anche nell'invio di armi e supporto militare di Paesi terzi alla fazione che attacca. Ci auguriamo che possa aiutarci a porre fine a ciò", aggiunge. "Sappiamo che ogni Paese mira sempre a difendere i propri interessi ma ciò può essere fatto in maniera etica, morale e giusta, perciò siamo costretti ad assumere una posizione difensiva e difendere i nostri diritti".

 

 

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