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Governo alle prese con nomine Ue, no Di Maio a Letta

Zingaretti, veto a italiano per difesa interessi di partito

Passare da avere Antonio Tajani, Mario Draghi e Federica Mogherini in tre posizioni apicali, a non avere più nessun italiano nei futuri 'top job' europei: è l'incubo del governo gialloverde che è già al lavoro per uscire dall'isolamento in cui rischia di cacciarsi a Bruxelles, dove già da giorni fervono riunioni e si profilano intese. Il tema è nevralgico e provoca tensioni. Sui media emerge un'indiscrezione: che la maggioranza abbia posto il veto alla candidatura dell'ex premier, Enrico Letta, alla guida del Consiglio europeo. Un nome che sarebbe stato sostenuto da Francia e Germania. Ma su Facebook arriva la reazione piccata del capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio: "una curiosa e bizzarra fantasia". "Tutta la mia solidarietà, mai venuta meno, all'ex presidente del Consiglio Enrico Letta (e sapete a cosa mi riferisco...), ma nel ruolo di commissario Ue per l'Italia no, grazie", scrive Di Maio. Circa l'incarico a cui sarebbe stato indicato l'esponente Pd, Di Maio cade in un lapsus, visto che ovviamente il Commissario Ue sarà indicato esclusivamente dal governo. Quindi, continua Di Maio "è bene mettere subito le cose in chiaro: se dobbiamo mandare qualcuno a rappresentare il nostro Paese, ci mandiamo una persona che l'Italia l'ha sempre difesa, una persona che abbia a cuore le nostre imprese, i diritti dei lavoratori, che abbia a cuore la sanità e gli investimenti. I vari Letta e con lui Renzi, Monti e Gentiloni -conclude- possono dormire sonni tranquilli. Nessuno li pensa, nemmeno gli italiani!". Sul veto ai danni di Letta interviene da Bologna il segretario dem Nicola Zingaretti. "Ho paura che anche su questo pensando agli egoismi di partito diranno di no, marginalizzando ancora di più il nostro Paese: preferiscono non fare avere postazioni di rilievo all'Italia piuttosto di difendere i loro interessi di partito".

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