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Tav: analisi giuridica, rischio massimo è di 4,2 miliardi di penali

Tav: analisi giuridica, rischio massimo è di 4,2 miliardi di penali

n caso di scioglimento difficile determinare somme dovute

12 febbraio 2019, 12:19

Redazione ANSA

ANSACheck

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe raggiungere i 4,2 miliardi. E' quanto è possibile determinare sommando i vari importi contenuti nella Relazione tecnico giuridica collegata all'analisi costi benefici della Tav. Molti sono importi massimi ''difficilmente raggiungibili". Tanto che nella relazione si spiega che "i molteplici profili evidenziati non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento". La variabile è dovuta a "più soggetti sovrani" che dovrebbero negoziare gli importi.

Le conclusioni della relazione tecnico giuridica indicano cinque diverse voci che tra penali, rimborsi e possibile richieste dei rivalse. La prima voce è quella relativa degli importi "a titolo di risarcimento per lo scioglimento dei contratti in corso per servizi d'ingegneria e lavori". "Si può ipotizzare - è scritto nelle conclusioni che non indicano alcun tipo di importo - fino ad un massimo del 30% dell'ammontare dell'importo della parte di utile ancora da conseguire al momento dello scioglimento dei contratti, comprensivi dell'alea naturale del contenzioso e tenuto conto dei profili di incertezza in ordine alla normativa di volta in volta applicabile". Nella relazione viene comunque indicato in 9,930 miliardi il costo dell'opera. Il 30 per cento può quindi valere 2,889 miliardi di euro. Ma come si è detto è solo un calcolo presuntivo ed è l'importo massimo ipotizzabile. Una seconda voce a titolo di risarcimento o 'penalità" è esplicitamente prevista dal Grant Agreement che si verificano solo nell'ipotesi in cui lo scioglimento venisse giudicato alla stregua di una violazione dell'accordo per colpa grave. L'importo tra il 2% e il 10% varia - viene calcolato nel rapporto - tra un minimo di 16 milioni e un massimo di 81 milioni. Il terzo punto, considerato in uno "scenario peggiore", è relativo alla possibile rivalsa da parte dei costi sostenuti dalla Francia. La somma indicata ammonta a circa 400 milioni. Ma "è lecito ipotizzare che la pretesa risarcitoria legittima difficilmente raggiungerebbe l'intero ammontare". Ci sono poi i fondi versati dall'Unione Europea: 535 milioni che potrebbero essere richiesti come restituzione e altri 297 milioni di somme non ancora ricevute in base al 'Grant Agreement'.

 

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