La Corte d'Appello di Torino deve
verificare se, durante la dimostrazione contro il cantiere del
Tav in Valle di Susa il 3 luglio 2011, i No Tav reagirono ad
"atti arbitrari" dei pubblici poteri. Lo scrive la Cassazione
nella sentenza di annullamento del maxiprocesso a 35 imputati. I
giudici torinesi, secondo gli ermellini, su questo aspetto non
motivarono adeguatamente la loro decisione.
Il maxiprocesso prendeva in esame lo sgombero, il 27 giugno
2011, del grande presidio No Tav in località Maddalena di
Chiomonte, dove oggi sorge il cantiere per un tunnel preliminare
della ferrovia ad alta velocità. Su queste circostanze, secondo
la Cassazione, la Corte di Appello di Torino ha reso una
motivazione adeguata. Il secondo fronte riguarda episodi
avvenuti durante la protesta No Tav del 3 luglio successivo. In
questo caso i giudici torinesi non si sarebbero espressi con
completezza. Il nuovo processo d'appello, da celebrare ancora a
Torino, dovrà dare delle risposte.
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