I sondaggi in discesa fanno calare i seggi sicuri. E le candidature ne risentono. La formazione delle liste del Pd è stata un vero e proprio psicodramma, al termine del quale sul campo resta un esercito di esclusi . La direzione fiume nella notte tra venerdì e sabato ha fatto numerose vittime eccellenti. Il ministro De Vincenti è fuori, ma sulla sua candidatura c'è un giallo. Il suo collega di governo Calenda ha protestato per l'esclusione, però Matteo Renzi ha sostenuto che è stato De Vincenti a dire un "no deciso" alla candidatura che gli era stata offerta. Dunque si sarebbe trattato di una "incomprensione" (anche lui usa questa parola) alla quale forse si rimedierà se ci sarà qualche rinuncia.
Per molti altri la bocciatura è stata senza appello. Fuori il senatore Luigi Manconi (sua la battaglia sullo ius soli), fuori il presidente della commissione Ambiente (e amico di vecchia data di Paolo Gentiloni) Ermete Realacci. In Sicilia porte chiuse all'ex governatore Rosario Crocetta: la "vox populi" assicurava che aveva in tasca un accordo con Renzi (un seggio in Parlamento in cambio della sua rinuncia a ricandidarsi in Regione) ma le cose sono andate diversamente. A Palermo si lecca le ferite anche Peppe Lumia, componente della commissione Antimafia.
Non ci sarà la rentrée in Parlamento di Antonio Di Pietro: lo aveva candidato il Pd del suo Molise ma alla fine Renzi ha detto di no. "Si vede che preferisce i pregiudicati a un giustizialista" è stato il suo commento. Ma nel caso di Di Pietro forse ha contato di più il fatto che l'ex pm aveva annunciato in tutte le salse che non avrebbe mai votato a favore di un governissimo Pd-Fi. Nel prossimo parlamento saranno di meno quelli che fanno la fronda a Renzi. Non ci sarà Gianno Cuperlo, uno dei leader della sinistra Pd che non aveva seguito Bersani e D'Alema nella scissione: ha rifiutato il collegio "superblindato" che gli era stato offerto a Sassuolo. Non ci sarà Marco Meloni, l'unico deputato che può essere considerato ancora vicino a Enrico Letta. Non ci sarà il giovanissimo (ha 20 anni) portavoce dell'area guidata dal ministro Orlando, Marco Sarracino.
Renzi ha scelto con cura i candidati da utilizzare. Lui correrà nel collegio uninominale di Firenze, e avrà un posto nei listini proporzionali in Campania e in Umbria. Maria Elena Boschi sarà candidata nel collegio uninominale di Bolzano (seggio abbastanza sicuro, grazie ai voti della Svp), ma anche nel proporzionale in Sicilia. Nel collegio del Salento dove si è presentato Massimo D'Alema, Renzi ha deciso di schierare una candidata che potrebbe dare del filo da torcere, l'ex sindacalista Cgil Teresa Bellanova, una parlamentare con un passato dalemiano alle spalle. All'Aquila, città strappata al Pd dal centrodestra, scende in pista l'ex sindaco Dem Cialente. Poi ci sono le candidature esterne: l'avvocatessa Lucia Annibali (a Parma), l'attrice Francesca Barra (a Matera). Non è detto che non ci siano sorprese dell'ultima ora: le liste devono essere presentate entro lunedì alle 20. Poi sarà solo campagna elettorale.
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