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Il Papa ai giornalisti,verità, professionalità e cura della dignità

Il Papa ai giornalisti,verità, professionalità e cura della dignità

"Non sottomettetevi ad interessi di parte" e professione non diventi "arma di distruzione"

CITTA' DEL VATICANO, 22 settembre 2016, 17:46

Redazione ANSA

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Papa Francesco in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Amare la verità, una cosa fondamentale per tutti, ma specialmente per i giornalisti; vivere con professionalità, qualcosa che va ben oltre le leggi e i regolamenti; e rispettare la dignità umana, che è molto più difficile di quanto si possa pensare a prima vista". Sono le tre raccomandazioni rivolte dal Papa ai giornalisti ricevendo oggi in udienza nella Sala Clementina il Consiglio nazionale dell'Ordine.

"Vivere con professionalità vuol dire innanzitutto - al di là di ciò che possiamo trovare scritto nei codici deontologici - comprendere, interiorizzare il senso profondo del proprio lavoro. Da qui deriva la necessità di non sottomettere la propria professione alle logiche degli interessi di parte, siano essi economici o politici". Lo ha detto papa Francesco ricevendo oggi in udienza il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.

"Amare la verità vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro", ha detto il Papa al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti. "Vivere e lavorare, dunque, con coerenza rispetto alle parole che si utilizzano per un articolo di giornale o un servizio televisivo. La questione qui non è essere o non essere un credente", ha spiegato. "La questione qui è essere o non essere onesto con sé stesso e con gli altri. La relazione è il cuore di ogni comunicazione. Questo è tanto più vero per chi della comunicazione fa il proprio mestiere. E nessuna relazione può reggersi e durare nel tempo se poggia sulla disonestà", ha aggiunto. Il Papa ha ammesso che "nel giornalismo di oggi - un flusso ininterrotto di fatti ed eventi raccontati 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana - non è sempre facile arrivare alla verità, o perlomeno avvicinarsi ad essa. Nella vita non è tutto bianco o nero. Anche nel giornalismo, bisogna saper discernere tra le sfumature di grigio degli avvenimenti che si è chiamati a raccontare", ha aggiunto.

"Il giornalismo non può diventare un'"arma di distruzione" di persone e addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame". Così il Papa all'Ordine dei Giornalisti. "Rispettare la dignità umana è importante in ogni professione - ha detto -, e in modo particolare nel giornalismo, perché anche dietro il semplice racconto di un avvenimento ci sono i sentimenti, le emozioni e, in definitiva, la vita delle persone". "Spesso ho parlato delle chiacchiere come 'terrorismo', di come si può uccidere una persona con la lingua. Se questo vale per le persone singole, in famiglia o al lavoro, tanto più vale per i giornalisti, perché la loro voce può raggiungere tutti, e questa è un'arma molto potente". Per il Papa, "il giornalismo deve sempre rispettare la dignità della persona. Un articolo viene pubblicato oggi e domani verrà sostituito da un altro, ma la vita di una persona ingiustamente diffamata può essere distrutta per sempre".

"Certo la critica è legittima, e dirò di più. necessaria, così come la denuncia del male, ma questo deve sempre essere fatto rispettando l'altro, la sua vita, i suoi affetti", ha affermato Francesco durante l'udienza nella Sala Clementina. "Auspico che sempre più e dappertutto il giornalismo sia uno strumento di costruzione, un fattore di bene comune, un acceleratore di processi di riconciliazione - ha aggiunto -; che sappia respingere la tentazione di fomentare lo scontro, con un linguaggio che soffia sul fuoco delle divisioni, e piuttosto favorisca la cultura dell'incontro". "Voi giornalisti - ha concluso - potete ricordare ogni giorno a tutti che non c'è conflitto che non possa essere risolto da donne e uomini di buona volontà".
   

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