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Renzi: penso che Pil sarà positivo, guardo al futuro. Ires e Iri al 24%

Crescita contenuta perché riduciamo deficit. Migliora il fabbisogno

L'unica ricetta per rimettere in moto l'Italia è quella di tagliare le tasse. Una strada che il governo ha imboccato fin dai suoi primi provvedimenti e che proseguirà anche nel 2017. Matteo Renzi rivendica i risultati ottenuti nei primi due anni e mezzo alla guida del Paese (elencati già ieri con 30 slide) e, ai microfoni di Rtl, annuncia qualche novità in arrivo con la nuova legge di Bilancio, a partire dall'introduzione dell'Iri per le imprese individuali, che, così come la 'gemella' Ires, sarà del 24% e dal canone Rai, che sarà ritoccato al ribasso anche nel 2017. L

'obiettivo resta sempre quello di risollevare il Pil che, assicura il premier, avrà segno positivo anche nel secondo trimestre, nonostante nella prima stima agostana l'Istat aveva indicato per aprile-giugno crescita zero. "Penso - ha detto Renzi - che ci sarà un segno positivo perché ad esempio i servizi sono aumentati e quindi è probabile l'aumento". Di quanto si capirà domattina quando l'istituto di statistica darà il dato definitivo sul secondo trimestre. E anche se "non è lo zero virgola che fa la differenza", come ha ribadito il premier, mantenere un percorso di crescita, seppure lenta, sarà di grande aiuto per mettere a punto la prossima manovra. Un primo punto con i ministri (tra gli altri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda) è stato fatto a Palazzo Chigi, per tirare le fila dopo la pausa estiva e cercare di individuare con chiarezza le priorità. "Sul lavoro - ha annunciato Renzi - continueremo ad abbassare le tasse, il prossimo anno porteremo l'Ires al 24 per cento per le società di capitale", intervento questo già previsto e scontato a bilancio, ma sarà introdotta, sempre al 24% anche "l'Iri per le società di persone".

La tassazione agevolata per il reddito imprenditoriale lasciato in azienda è una misura molto attesa da un esercito di almeno mezzo milione di piccole imprese, che la stanno aspettando dall'attuazione della delega fiscale. Rimasta 'lettera morta' perché molto onerosa (oscillerebbe tra i 7 e gli 800 milioni) la misura entrerà, a questo punto, nel menù della nuova legge di Bilancio. Un menù che comprenderà anche, stando alle parole di Renzi, nuovi interventi "sui lavoratori autonomi, per dare certezza soprattutto ai giovani" e sulla "produttività". Poi, "piano piano - ha garantito - interverremo anche per ridurre in modo strutturale il costo del lavoro". Uno scenario, quello tratteggiato dal premier, che mette in bilico l'ipotesi, esplorata durante l'estate, di una nuova tornata di sgravi per le nuove assunzioni, ancora ridotte rispetto agli sconti 'dimezzati' previsti per i neoassunti del 2016. Al suo posto si starebbe facendo strada l'ipotesi di concentrare le risorse per rilanciare la produttività, rafforzando gli sconti fiscali sui premi contrattati a livello aziendale. Un intervento che sarebbe però condizionato al raggiungimento di un accordo tra imprese e sindacati per la riforma della contrattazione. "Presto" per dire dove cadrà la scelta, ripetono nel governo e nella maggioranza, anche se è certo che lo stesso ministro dell'Economia ha più volte ribadito che le risorse (scarse) vanno concentrate in pochi interventi per essere davvero efficaci.

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