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Brexit. Renzi: ora Ue pensi a crescita. Stop austerità, più flessibilità

'Niente negoziati prima della notifica formale Gb'. Hollande: 'Non possiamo perdere tempo', Merkel: 'Trovare procedura comune negoziato Gb'. Renzi: 'Italiani piu' interessati a uscita Spagna da Europei' - VIDEO

"A testa alta". Con l'orgoglio di chi "da due anni" - all'inizio in "beata solitudo" - va ripetendo che in Europa servono "più crescita e investimenti, meno austerity e burocrazia". Matteo Renzi si presenta a Berlino da protagonista, ammesso al 'direttorio' con Angela Merkel e Francois Hollande. E prova a trasformare il "macigno" della Brexit, che continua a pesare e impensierire per la reazione dei mercati, in un "kairos", un'opportunità, un inatteso alleato nella richiesta di una "svolta" per una "nuova Ue". Più "solidale", oltre che "solida". Più "sociale", meno "bancaria". "Non abbiamo tempo da perdere", recita la dichiarazione finale congiunta del vertice di Berlino. E non è un passaggio banale, osservano fonti italiane, vista la cautela maggiore mostrata dalla Cancelliera alla vigilia. Ma la partita più complicata si apre da qui a settembre, quando si dovrà dettagliare la risposta dell'Ue alla Brexit sui diversi dossier: immigrazione, tutela dei confini, sicurezza e crescita. L'Italia ha già messo nero su bianco nei mesi scorsi le sue proposte su economia e migranti. Ma ora proverà ad agire in concreto, spiegano fonti parlamentari, anche per ottenere nuovi margini di flessibilità. L'ipotesi è agire sugli investimenti da scorporare dal patto di stabilità. Una 'boccata d'ossigeno' (le cifre ipotizzate - del tutto ufficiose - oscillano da 5 a 15 miliardi) che sarebbe preziosa, osservano fonti governative, per inserire misure come il taglio dell'Irpef nella manovra per il 2017. Il premier italiano fa capire la sua determinazione nella battaglia per la crescita quando avverte che bisogna considerare "un problema il deficit ma anche il surplus di alcuni Paesi". E non serve che citi la Germania perché le sue parole risuonino come un messaggio alla Merkel. Ma è innanzitutto di metodo e volontà politica che parla Renzi nel primo lunedì 'post-Brexit'. Nelle consuete comunicazioni al Senato e alla Camera che precedono il Consiglio europeo, il leader del Pd anticipa il messaggio che ribadirà anche nelle dichiarazioni congiunte con Merkel e Hollande la sera a Berlino. E dice senza mezzi termini che "non si può far finta di niente" ma bisogna rispettare la volontà del popolo inglese, dando concretezza all'uscita dall'Ue della Gran Bretagna, senza "stare un anno a parlare di procedure". E poi "voltare pagina" nell'impostazione dell'Ue.

RENZI: 'A QUEST'ORA ITALIANI PIU' ATTENTI A USCITA SPAGNA DA EUROPEI CHE A USCITA UK DA UE'

La giornata è segnata in negativo ancora dalle reazioni dei mercati, con Milano che chiude in calo di quattro punti. Renzi conferma che governo e istituzioni europee faranno "tutto ciò che servirà per dare tranquillità e fiducia ai cittadini". Ma nelle Aule parlamentari - dove vengono approvate senza problemi le risoluzioni di maggioranza - lo attaccano le opposizioni, a partire da Lega e Cinque stelle (durissimo l'intervento del 'grillino' Alessandro Di Battista). A Berlino, invece, dove Renzi vola dopo il pranzo al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella, lo accolgono i riconoscimenti di Merkel e Hollande al ruolo dell'Italia. Viene anche citata la data del 25 marzo 2017, anniversario dei trattati di Roma, che il premier vuole occasione di rilancio dello "spirito di Ventotene". Ma prima Renzi dovrà affrontare il referendum sulla riforma costituzionale. La data, afferma il premier smentendo intenzioni di rinvio, sarà fissata secondo quanto prescrive la legge e dunque la consultazione dovrebbe tenersi a ottobre. E fino ad allora, osservano dal Pd, verrà tenuta in stand by anche la discussione sulle modifiche alla legge elettorale, caldeggiate da un fronte sempre più trasversale anche dentro il Pd. Il risultato delle "seconde elezioni spagnole in sei mesi" conferma nel premier la convinzione che l'Italicum sia la migliore delle leggi, perché garantisce un vincitore certo con i ballottaggi. Ma "siamo sempre pronti a discutere", afferma Lorenzo Guerini. E la minoranza è già pronta a sollevare il tema nella direzione del Pd, rinviata causa Brexit, e convocata per lunedì.

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