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Diaz: Agnoletto; sentenza giusta, vergogna per Paese

Diaz: Agnoletto; sentenza giusta, vergogna per Paese

Reato tortura non deve far paura a Polizia che agisce legalmente

ROMA, 07 aprile 2015, 14:39

Redazione ANSA

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Vittorio Agnoletto, accompagnato dall 'attore Ricky Tognazzi, percorre un corridoio macchiato di sangue, dopo la perquisizione di polizia e carabinieri nella scuola Diaz (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Agnoletto, accompagnato dall 'attore Ricky Tognazzi, percorre un corridoio macchiato di sangue, dopo la perquisizione di polizia e carabinieri nella scuola Diaz (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vittorio Agnoletto, accompagnato dall 'attore Ricky Tognazzi, percorre un corridoio macchiato di sangue, dopo la perquisizione di polizia e carabinieri nella scuola Diaz (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

"La condanna dell'Italia da parte della Corte Europea per le torture commesse nel luglio 2001 a Genova è un atto doveroso e condivisibile, ma anche una vergogna annunciata: nell'indifferenza del mondo politico italiano la Corte Europea ci condanna, giustamente, per il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali". A dichiaralo è Vittorio Agnoletto, ai tempi del G8 portavoce del Genoa Social Forum.
    "A 14 anni dal G8 di Genova e ad oltre trent'anni dalla firma della convenzione internazionale contro la tortura - sottolinea Agnoletto - tale reato non è ancora stato inserito nel nostro codice" nonostante che "gli stessi magistrati hanno riconosciuto che quella notte alla Diaz e poi a Bolzaneto, furono commesse torture contro persone inermi, pacifiche e indifese e furono gli stessi magistrati a denunciare l'assenza di tale reato nel nostro ordinamento". "Le conseguenze - aggiunge - furono pene lievi per i responsabili, nessuno di loro trascorse nemmeno un giorno in carcere e tutti restarono ai loro posti (tranne quelli rimossi automaticamente dai magistrati) e molti dei condannati furono addirittura promossi". Agnoletto sottolinea come "il reato di tortura come fattispecie specifica per i funzionari pubblici e' previsto nella grande maggioranza dei Paesi europei ed e' a tutela non di una parte politica, ma di tutti i cittadini. Per questo una polizia che agisce nella legalità non dovrebbe avere alcun timore dall'istituzione di tale reato; altrimenti significa dare per scontato che le forze dell'ordine nel compiere il proprio lavoro agiscono contro e al di sopra della legge, e questo e' inaccettabile in qualunque stato di diritto".
    "Ora - conclude - non e' più rinviabile una legge ad hoc, e non e' accettabile il silenzio del governo su un argomento tanto delicato".
   

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