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Ruby, Fadil 4 ore da pm. Caccia al tesoro in Messico

Ruby, Fadil 4 ore da pm. Caccia al tesoro in Messico

Modella parlò di soldi che le furono offerti in cambio del silenzio

MILANO, 15 marzo 2019, 17:14

Francesca Brunati Igor Greganti

ANSACheck

  Potrebbe portare a nuovi sviluppi nell'inchiesta 'Ruby ter' la lunga deposizione di Imane Fadil, la modella marocchina già teste chiave nei due processi con al centro la bella 'Rubacuori' a carico di Silvio Berlusconi e di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, sentita oggi per quasi quattro ore in Procura a Milano. Mentre gli inquirenti, intanto, hanno firmato e inviato una rogatoria verso il Messico per andare a caccia di elementi utili su alcune proprietà riconducibili a Karima El Mahroug e che si trovano a Playa del Carmen, tra cui il ristorante 'Casa Sofia' con annesso pastificio, gestito dall'ex compagno della marocchina, Luca Risso.
    Imane Fadil, parte civile nel dibattimento che ha già superato, con tanto di condanne, il secondo grado di giudizio e nel quale sono imputati l'ex direttore del TG4, l'ex talent scout e l'ex consigliera lombarda, per tutto il pomeriggio ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Pietro Forno e dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. Una deposizione (non la prima per lei in questo nuovo filone) come testimone a riscontro, pare, di nuovi e importanti elementi investigativi emersi in seguito alle intercettazioni disposte dagli inquirenti e alle perquisizioni delle 21 ragazze, Ruby compresa, accusate, assieme all'ex premier, di corruzione in atti giudiziari.
    Secondo l'accusa, le giovani presenti alle presunte serate a luci rosse e poi testimoni nei processi avrebbero ricevuto denaro, addirittura fino allo scorso mese, per trasformare in "cene eleganti" quelle che, come è stato appurato dai giudici di Tribunale e Corte d'appello, erano festini a base di 'Bunga-Bunga'. Già nel 2012 la modella marocchina, entrata come parte civile nel processo a carico di Mora, Minetti e Fede (il giornalista è stato convocato dai pm anche nell'ambito della nuova inchiesta, ma non ha risposto), aveva parlato del ruolo di un presunto intermediario siriano, Saed Ghanaymi. Quest'ultimo, ha spiegato Fadil in aula, "diceva di essere amico di Berlusconi, mi disse di andare ad un incontro ad Arcore per avere dei soldi" nella primavera del 2011. La modella aveva ricostruito l'episodio, spiegando che nel "marzo, aprile 2011 mi recai dall'avvocato Asa Peronace per chiedere una consulenza riguardo al fatto che figuravo tra le 33 ragazze di Arcore". Solo dopo, ha aggiunto Fadil, "venni a sapere che quello era il legale anche delle gemelle De Vivo". Stando al racconto della marocchina, "l' avvocato mi fece incontrare quest'uomo straniero che si presentò come Marco. Lo incontrai due giorni dopo a Linate, 'per non essere visti' diceva lui, e là mi diede un telefono e una scheda per potermi chiamare e non essere intercettato". E ancora: "Mi ha chiamato tante volte e ogni volta mi diceva di prendere un taxi per andare a Arcore per avere dei soldi". Secondo la giovane, inoltre, il siriano, dopo aver capito che lei non avrebbe accettato l'offerta, "mi minacciò, mi disse 'io fossi in te non mi scontrerei con certe persone, stai zitta'".
    Ricostruzioni queste riportate anche nelle due sentenze del 'Ruby bis', mentre la nuova inchiesta punta, tra le altre cose, proprio ad individuare gli intermediari della presunta corruzione in atti giudiziari. Fadil, inoltre, sempre nel corso del 'Ruby 2', aveva raccontato di aver saputo dell'esistenza di foto compromettenti che ritraevano Ruby e Berlusconi in atteggiamenti a luci rosse, "di natura sessuale".
    Nel frattempo è partita una rogatoria verso il Messico dalla quale gli inquirenti si attendono risposte in relazione alle proprietà messicane riconducibili a Ruby e al suo compagno. La Procura vuole accertare con quali soldi la marocchina, assieme a Luca Risso, sia riuscita ad acquisire il 'restaurante Casa Sofia', che prende il nome dalla figlia della coppia, con tanto di pastificio annesso e un paio di palazzine con appartamenti da affittare. Otto ragazze, infine, tra cui anche Alessandra Sorcinelli, hanno fatto ricorso al Riesame contro i sequestri di soldi, materiale informatico e appunti manoscritti.

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