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Aula vota su Stato Palestina. Israele plaude: 'Non è riconoscimento'. Olp delusa: 'Decisione infelice'

La Camera vota le mozioni del Pd e di Ap-Sc in cui si promuovere il riconoscimento. Plauso di Israele: non è riconoscimento formale, ma sostegno a negoziato diretto. Olp: "Governo riconosca Stato palestinese senza condizioni"

La Camera ha votato le mozioni del Pd e di Ap-Sc in cui si invita a promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina. Soddisfatta l'ambasciata di Israele che sottolinea come non vi sia un riconoscimento, ma "il sostegno al negoziato diretto". Mentre l'Olp esprime delusione per una occasione mancata. 

L'Aula di Montecitorio ha votato due mozioni, una del Pd (sostenuta anche da Sel) e una di Ap-Sc. Si è evitata così la spaccatura della maggioranza, anche se la sinistra del Pd, con Fassina, critica il governo per aver sostenuto entrambe le versioni. La mozione Ap e Ncd subordina il riconoscimento della Palestina ad un'accordo politico fra le due parti. Impegna infatti il governo "a promuovere il raggiungimento di un'intesa politica tra Al-Fatah e Hamas che, attraverso il riconoscimento dello stato d'Israele e l'abbandono della violenza, determini le condizioni per il riconoscimento di uno stato palestinese". La mozione del Pd è più esplicita sulla strada del riconoscimento dello Stato palestinese, anche se si limita a chiedere che il governo lavori a questo scopo. Essa, infatti, impegna l'Esecutivo "a continuare a sostenere in ogni sede l'obiettivo della Costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperita' accanto allo stato d'Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo". C'è quindi l'impegno per il governo a "promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele".

Formulazioni che non dispiacciono ad Israele. "Accogliamo positivamente la scelta del Parlamento italiano di non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi, sulla base del principio dei due Stati, come giusta via per conseguire la pace", si legge in un comunicato diffuso dall'ambasciata israeliana a Roma. "Così come scritto all'inizio della mozione: 'La soluzione potrà essere raggiunta soltanto attraverso i negoziati'. Tutti i governi d'Israele, a partire dagli accordi di Oslo - sottolinea nel comunicato - hanno accettato e fatto propria l'idea di due stati per due popoli. Dopo le elezioni e la formazione di un nuovo governo in Israele a marzo, è necessario che i palestinesi decidano di tornare al tavolo delle trattative senza precondizioni, per portare avanti la pace e la sicurezza fra i due popoli", sottolinea ancora la nota.

Delusione è stata invece espressa dall'Olp. "E' infelice ('unfortunate', nel testo in inglese) che la risoluzione non si impegni per l'incondizionato e ufficiale riconoscimento dello Stato di Palestina", afferma la rappresentante dell'Olp, Hanan Ashrawi, sul voto di oggi del Parlamento italiano. "Chiediamo al governo italiano di riconoscere lo Stato palestinese senza condizioni".

La formulazione delle due mozioni, però, consente al governo di sostenere entrambe le versioni. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha ricordato in Aula come il governo sia "favorevole" al riconoscimento della Palestina e alla ripresa dei negoziati. "Il governo - ha detto - valuta favorevolmente l'impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti". La maggioranza, però, rischia di spaccarsi nel voto finale perchè sul tavolo al momento ci sono due mozioni distinte, una di Ap-Ncd e una del Pd. Il ministro ha parlato anche della questione dei marò sottolineando che: si tratta di "una ferita aperta sulla quela il Parlamento di è sempre espresso in modo unito e univoco e il governo sta lavorando senza clamore ma con le premesse per arrivare a una soluzione".

 

LA VICENDA

(di Giovanni Innamorati)

Verrà presentata solo questa mattina, poco prima dell'intervento del ministro degli esteri Paolo Gentiloni nell'aula della Camera, la mozione sul riconoscimento della Palestina che dovrebbe mettere d'accordo non solo la maggioranza, ma anche Sel, almeno nelle intenzioni del Pd. In nottata si lavorerà alla formulazione di un testo che dovrebbe impegnare il governo a "promuovere" il riconoscimento dello Stato palestinese nell'ambito di un processo di pace. La scorsa settimana Sel e la socialista Pia Locatelli avevano presentato due mozioni che impegnano il governo a riconoscere subito lo Stato della Palestina. Il testo di Locatelli era stato sottoscritto anche da 32 deputati del Pd, che rischiava di spaccarsi. Sulla stessa lunghezza d'onda una mozione di M5s, con una parte dispositiva fortemente critica con Israele. Sul fronte opposto Area Popolare che chiede il riconoscimento dello Stato palestinese solo alla fine del processo di Pace, quando ci sarà il riconoscimento reciproco tra Israele e Palestina, mentre la Lega chiede addirittura al governo di "non assecondare né agevolare i tentativi unilaterali dell'Autorità nazionale palestinese tesi ad ottenere il riconoscimento internazionale" In giornata c'è stato un continuo evolvere della trattativa con Enzo Amendola del Pd alla ricerca di un testo su cui far convergere innanzitutto la maggioranza. Area popolare ha infatti predisposto una bozza di mozione in cui si condizionava il riconoscimento all'avanzamento del processo di pace e al compimento di "gesti concreti" da parte dell'Anp. L'idea era di presentare due testi, uno del Pd ed uno di Ap, che i due partiti avrebbero votati reciprocamente. In serata Amendola e il capogruppo del Pd Roberto Speranza hanno redatto una nuova versione che riprende la mozione approvata ad ampia maggioranza dal Parlamento europeo il 17 dicembre scorso, che impegna il governo a "promuovere" il riconoscimento della Palestina "di pari passo con lo sviluppo dei colloqui di pace, che occorre far avanzare". Pia Locatelli di fronte a un impegno per il governo, ha ritirato la propria mozione. Dopo un lungo colloquio con Amendola e Speranza, il capogruppo di Sel Arturo Scotto ha detto che il suo partito "non ha bisogno di piantare bandierine ma è interessato a una mozione sostenuta da una ampia maggioranza" parlamentare. In ogni caso per ora Sel manterrà la propria mozione finché non si giunga a un testo soddisfacente. L'inseguimento a Forza Italia è finito nel nulla, nonostante il Pd avesse offerto di sfumare la mozione. Gli azzurri hanno presentato un proprio testo firmato da Daniele Capezzone e Renato Brunetta che impegna il governo "ad evitare di compiere atti e gesti simbolici che possano rappresentare forme di riconoscimento". "I negoziati non sono in una fase positiva - spiega Capezzone - c'è la campagna elettorale in Israele, e le organizzazione terroristiche hanno tuttora un peso in Palestina; non si capisce perché il governo dovrebbe compiere atti diretti o indiretti o anche simbolici che accelerino il riconoscimento della Palestina". In serata poi i gruppi parlamentari di Ap e Sc hanno fatto sapere che presenteranno una "autonoma e comune" mozione.

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