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Sì del Pd a riconoscimento Stato di Palestina ma arriva l'alt di Israele, slitta voto alla Camera

Dem al lavoro per evitare di arrivare all'esame dell'Aula divisi

Il Pd annuncia il sì al riconoscimento dello Stato di Palestina. Ma dopo molti rinvii, e nonostante l'ok arrivato da numerosi Paesi europei e dall'europarlamento in questi mesi, l'Italia continua a essere divisa sulla questione mediorientale e alla fine il voto previsto per oggi alla Camera slitta ancora una volta, sia pure con il pretesto della timing della fiducia sul decreto milleproroghe.

E mentre il Pd cerca una mediazione, al suo interno e nell'ambito dei partiti di maggioranza, nel tentativo di tenere insieme posizioni storicamente distanti, intanto arriva l'alt da parte di Israele: sarebbe un passo "prematuro", fa sapere l'ambasciata israeliana a Roma, che "non farebbe altro che allontanare" la pace. Tesi contestata da Sinistra ecologia e libertà che ha presentato una mozione per il riconoscimento unilaterale della Palestina, che si muove sulla falsa riga dell'appello di alcuni intellettuali israeliani tra cui Yehoshua, Oz, Grossman.

A sostenere la necessità di questo passaggio è arrivato in questi giorni a Roma anche l'ex ambasciatore israeliano in Sud Africa Ilan Baruch, che ha inviato una lettera ai deputati per spiegare le ragioni di questa scelta. "Il riconoscimento dello Stato palestinese deve avvenire per far ripartire i negoziati e non deve essere condizionato ai negoziati", è la convinzione del diplomatico di Gerusalemme.

Si tratterebbe, spiega Nemer Hammad, consigliere politico di Abu Mazen, di "un segnale importante che spero possa riaprire il processo di pace con il prossimo governo israeliano e favorire la soluzione a due Stati".

Di tutt'altro avviso il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il quale si dice convinto che in "un momento internazionale come questo dovrebbero regnare la calma e la prudenza da parte dei Paesi comunitari". E diviso appare anche il mondo politico italiano: con Sel si schiera il Psi e il M5S, mentre contro un riconoscimento unilaterale prendono posizione la Lega e Forza Italia(anche Ncd si è sempre detta contraria). "L'auspicio - avvertono i deputati M5S delle Commissioni Esteri e Difesa - é che il Partito Democratico, anche in questa circostanza, non volti le spalle".

Fatto sta che i Democratici si ritrovano con una nuovo scoglio da superare: per evitare di arrivare in Aula divisi il gruppo, che ieri nel pomeriggio si è riunito a Montecitorio, avrebbe deciso infatti di affidare al Responsabile Esteri della segreteria Enzo Amendola le trattative e tra le ipotesi di mediazione vi sarebbe quella di ricalcare la mozione approvata dal Parlamento europeo e che vincola il riconoscimento dello Stato palestinese ai negoziati. Scelta che non convince parte della minoranza Dem, che però non sarebbe intenzionata a strappare anche se alcuni esponenti, tra cui Pippo Civati non escludono di poter alla fine votare due mozioni, quella del Pd e quella di Sel.

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