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Nancy Brilli, chirurgia estetica non è 'burqa di carne'

L'attrice difende la scelta delle donne di ricorrere alla chirurgia estetica contro la visione proposta dal Vaticano

Entusiasta dell'incontro con papa Francesco e incurante delle critiche ricevute, in particolare in America, per il suo video girato per la plenaria del Pontificio consiglio della cultura dedicata ai saperi femminili: l'attrice Nancy Brilli è intervenuta ieri in sala stampa vaticana alla conferenza stampa di presentazione della plenaria, spiegando che le donne che hanno partecipato al progetto sui saperi femminili "non vogliono certo fare i cardinali". Un intervento a 360 gradi sul ruolo femminile: essere "'multitasking' per una donna che lavora - ha tra l'altro detto - come si dice a Roma può essere una 'sola'", aggiungendo anche un suo commento alla chirurgia plastica, che nel documento preparatorio della plenaria viene definita "un burqa di carne".

E' stato il card. Gianfranco Ravasi, che ha presentato l'iniziativa, a spiegare che dopo alcune reazioni negative al video in cui la Brilli ha invitato le donne a inviare foto video per contribuire al dibattito per la plenaria, "soprattutto in area anglofona, Canada e Stati Uniti e qualcosa in Australia", "abbiamo ritirato la versione inglese e lasciato quella in italiano". Le "reazioni", ha detto il porporato, sono state come sempre di doppio segno, "nella mia esperienza - ha aggiunto - ci sono sempre le reazioni entusiaste e quelle di chi ci vede invece come sostenitori di Satana".

"Io ho fatto questo video con gradissimo piacere - ha detto dal canto suo l'attrice, alla sua prima volta in sala stampa vaticana - sono contenta della apertura da parte del Vaticano e di papa Francesco, e della lungimiranza del cardinale: era una occasione che non si poteva perdere. Come donna, professionista, madre, sento che è la prima volta in cui viene chiesto il nostro parere, non si sa quali ruoli ci saranno poi, bisognerà forse inventarli, sta di fatto che prendere parte a questo lavoro ritengo sia stato importante per tutte noi, ognuna con il suo apporto".

"Ognuna di noi - ha spiegato l'attrice - ha portato suo vissuto conoscenza, studi, voglia di aggiungere qualcosa. Anche dopo l'incontro con papa Francesco, sento il bisogno di una spiritualità rinnovata, non credo che le donne che hanno risposto vogliano fare i cardinali ma vogliono prendere parte alla creazione di qualcosa di nuovo. E' stato un anno molto particolare, - ha ancora raccontato Brilli - in cui ho incontrato papa Francesco, ho avuto un incontro molto profondo e particolare, che mi ha fatto risceglierle la mia religione, ed è stato questo a farmi scegliere di metterci la faccia, perché ci credo".

"Bisogna aprirsi ai commenti di tutti, - ha aggiunto Nancy Brilli in riferimento alle reazioni al suo video - che sono i ben accolti, se uno si sente rappresentato dall'insulto, che insulti, se invece ci tiene a collaborare e prendere parte, per una cosa costruttiva, prende una telecamere, un i-phone e parla, e quello che dice viene ascoltato".

La plenaria sui saperi femminili - che comincia mercoledì 4 febbraio con un evento al teatro Argentina e prosegue in altre sedi fino a sabato, con relazioni e conferenze - è accompagnata da un documento preparatorio in cui appunto si parla della chirurgia estetica come "burqa di carne". "Su questo tema - ha spiegato l'attrice - sono coinvolta essendo compagna di un chirurgo plastico che si occupa fondamentalmente di ricostruzione post-cancro. 'Nuovo burqa' dipende dal fatto che le donne cercano spesso di omologarsi per sentirsi accettate; se uno altera la fisionomia in cui non si trova ed è infelice, e dopo la chirurgia sta meglio, non capisco dove sta il danno. Se invece - ha argomentato Brilli - si tratta di diventare come si desidera che una donna sia, e chi lo desidera, e chi lo decide, allora questo è il senso del 'burqa di carne': 'devi essere come decido io'".

Ravasi, 'burqa di carne' è dittatura dell'estetica - "E' un'affermazione che parte dall'idea che al di là della violenza, dello sfruttamento, della mercificazione del corpo della donna, questo sia a volte sottoposto a una sorta di 'dittatura dell'estetica'. Il 'burqa di carne' e la dittatura dell'estetica". Così il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, spiega alla Radio vaticana l'espressione, che ha fatto molto discutere sui giornali italiani, "la chirurgia estetica è come un burqa di carne" contenuta nel documento preparatorio dell'assemblea plenaria del dicastero, in svolgimento dal 4 al 7 febbraio e dedicata al tema: "Le culture femminili tra uguaglianza e differenza", nel capitolo sul "corpo femminile tra cultura e biologia", in particolare là dove si parla di "aggressione al corpo della donna". "E' quasi come se la donna - commenta Ravasi, dopo il botta e risposta sull'argomento con l'attrice Nancy Brilli, scelta come testimonial per la plenaria sui saperi femminili - fosse obbligata ad obbedire a un modello che è quello artificioso della pubblicità. Dunque la chirurgia estetica diventa quasi una sorta di 'autodifesa' che nasce da una non accettazione della propria corporeità". "Ciò non vuol dire assolutamente - aggiunge il cardinale - condannare la chirurgia estetica quando ha lo scopo di ricomporre l'armonia con il proprio corpo. Certo, l'immagine della 'chirurgia plastica come burqa' vuole essere un invito simbolico alla donna a saper accogliere il proprio corpo anche quando ha dei difetti. Il poeta inglese John Donne esprime in alcuni suoi versi, ad esempio, il particolare fascino di un volto femminile 'autunnale', cioè segnato dalle rughe". "Sottolineare questa necessità che la donna ritrovi l'armonia con il proprio corpo non significa però - chiarisce Ravasi - dimenticare che i grandi problemi su questo tema della corporeità sono altri: la violenza sul corpo della donna e la sua mercificazione. Si tratta di problemi di una società molte volte sessista solo in chiave prevalentemente femminile".
   

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