Il Consiglio nazionale forense (Cnf)
fa sapere di aver "dato il via libera alla nuova norma
deontologica in materia di equo compenso, prevista dalla legge
49 del 2023" (la disciplina sulla giusta remunerazione dei
professionisti, in vigore dal maggio scorso, ndr).
Lo si legge in una nota, in cui si specifica che "l'obiettivo
della legge è quello di garantire che gli avvocati ricevano un
adeguato compenso per la loro attività professionale,
contrastando al tempo stesso il fenomeno delle parcelle troppo
basse, o addirittura gratuite". Il testo, è stato inviato, come
previsto dalla legge professionale forense, ai Consigli degli
Ordini dei legali per la necessaria consultazione e infine
approvato in via definitiva, con anche alcune integrazioni
emerse, dal Cnf.
"L'avvocato, secondo la nuova norma del codice deontologico
forense, non può concordare, o preventivare un compenso che, ai
sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni in materia di
equo compenso non sia giusto, equo e proporzionato alla
prestazione professionale richiesta, e non sia determinato in
applicazione dei parametri forensi vigenti. La violazione
comporta l'applicazione in sede disciplinare della censura, e,
nei casi in cui l'avvocato stipuli una qualsiasi forma di
accordo con il cliente, la norma richiede l'obbligo ad avvertire
per iscritto il cliente che il compenso per la prestazione
professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalla legge,
pena la nullità della pattuizione", va avanti la nota. E "la
violazione di questa seconda disposizione normativa comporta
l'applicazione della sanzione disciplinare dell'avvertimento. Le
modifiche al codice deontologico degli avvocati entreranno in
vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale,
completando l'iter previsto dall'ordinamento forense", si legge,
infine.
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