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Equo compenso: gli avvocati approvano la norma deontologica

Equo compenso: gli avvocati approvano la norma deontologica

Il Consiglio nazionale forense recepisce la legge del 2023

ROMA, 28 febbraio 2024, 11:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Consiglio nazionale forense (Cnf) fa sapere di aver "dato il via libera alla nuova norma deontologica in materia di equo compenso, prevista dalla legge 49 del 2023" (la disciplina sulla giusta remunerazione dei professionisti, in vigore dal maggio scorso, ndr).
    Lo si legge in una nota, in cui si specifica che "l'obiettivo della legge è quello di garantire che gli avvocati ricevano un adeguato compenso per la loro attività professionale, contrastando al tempo stesso il fenomeno delle parcelle troppo basse, o addirittura gratuite". Il testo, è stato inviato, come previsto dalla legge professionale forense, ai Consigli degli Ordini dei legali per la necessaria consultazione e infine approvato in via definitiva, con anche alcune integrazioni emerse, dal Cnf.
    "L'avvocato, secondo la nuova norma del codice deontologico forense, non può concordare, o preventivare un compenso che, ai sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni in materia di equo compenso non sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta, e non sia determinato in applicazione dei parametri forensi vigenti. La violazione comporta l'applicazione in sede disciplinare della censura, e, nei casi in cui l'avvocato stipuli una qualsiasi forma di accordo con il cliente, la norma richiede l'obbligo ad avvertire per iscritto il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalla legge, pena la nullità della pattuizione", va avanti la nota. E "la violazione di questa seconda disposizione normativa comporta l'applicazione della sanzione disciplinare dell'avvertimento. Le modifiche al codice deontologico degli avvocati entreranno in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, completando l'iter previsto dall'ordinamento forense", si legge, infine.
   

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