"Una delle concause di tragedie come
quella di Firenze può essere individuata nell'uso eccessivo del
subappalto, perché avere più imprese che lavorano su un cantiere
rende più complicata la gestione delle interferenze, ossia la
presenza contemporanea nello stesso luogo di più lavoratori che
svolgono attività diverse, ed aumenta il rischio di incidenti.
Se, invece, c'è un'unica impresa, o imprese originariamente
conosciute a gestire il cantiere diventa più semplice attuare il
piano di sicurezza". A parlare così è il presidente del
Consiglio nazionale degli ingegneri Angelo Domenico Perrini dopo
l'incidente avvenuto presso il cantiere del supermercato
Esselunga a Firenze che ha causato quattro morti e un disperso.
Secondo la guida dei professionisti tecnici, "va chiarito che
non ci si riferisce al subappalto in generale, ma al cosiddetto
subappalto a catena per cui l'ultimo subappaltatore è costretto
a lavorare a condizioni economiche molto basse e con tempi
strettissimi e spesso non ha la possibilità di verificare
adeguatamente il piano di sicurezza e le modalità di intervento.
Per ridurre i rischi - incalza - è necessario che ci sia una
buona organizzazione della sicurezza sul luogo di lavoro: ognuno
deve sapere come e quando intervenire al fine di limitare i
rischi. Se limitassimo il ricorso al subappalto certamente la
gestione della sicurezza diventerebbe più semplice". Perrini
rammenta, infine, che "secondo i dati Eurostat, l'Italia negli
ultimi anni ha una media complessiva di 2,6 incidenti mortali
sul lavoro per 100.000 lavoratori, contro lo 0,84 della
Germania, 1,9 della Spagna, 2,8 dell'Austria, 0,33 dell'Olanda,
per citare i paesi con una struttura economico-produttiva simile
a quella italiana. Solo la Francia, tra i Paesi a noi più
vicini, registra valori più elevati dei nostri: 3,3 incidenti
mortali ogni 100.000 lavoratori".
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