Una sentenza "importante e
estremamente chiara sul concetto di esercizio abusivo della
professione di commercialista, di cui far tesoro nella nostra
azione di vigilanza su questo tema". È il commento del
presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de
Nuccio in merito al pronunciamento, depositato il 21 novembre,
che "ha stabilito che la tenuta dei registri contabili e la
redazione della dichiarazioni dei redditi, senza la prescritta
abilitazione, comporta la condanna per esercizio abusivo della
professione. Secondo i giudici, il compimento senza titolo di
atti che, pur non attribuiti singolarmente in via esclusiva a
una determinata professione, siano univocamente individuati come
di competenza specifica di essa, allorché lo stesso compimento
venga realizzato con modalità tali, per continuatività,
onerosità e organizzazione, da creare, in assenza di chiare
indicazioni diverse, le oggettive apparenze di un'attività
professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato,
costituisce reato", recita una nota.
"Quanto stabilito ieri dalla Cassazione - dice - ci conforta
nella lotta all'annoso problema dell'abusivismo professionale
che il Consiglio nazionale sta portando avanti con impegno e
dedizione. Questo Consiglio nazionale ha deciso che le
segnalazioni che ci giungono da tutto il territorio nazionale
verranno prese in carico e verificate da un gruppo di lavoro
interno appositamente istituito, di cui fa parte anche un 'pool'
di legali".
L'attività, prosegue de Nuccio, "svolta con il supporto
dell'ufficio legale del Consiglio nazionale, ci consentirà di
effettuare un monitoraggio puntuale delle diverse tipologie di
esercizio abusivo e la loro consistenza sul territorio
nazionale". Il numero uno dei commercialisti sottolinea come
"l'impegno per la valorizzazione della professione viene portato
avanti dal Consiglio nazionale anche partecipando a numerosi
tavoli di lavoro con ministero delle imprese e del made in
Italy, dell'Università, dell'Economia e della Giustizia che
hanno ad oggetto proposte di profili professionali o di altre
figure che possano in qualche modo sovrapporsi e/o parcellizzare
il profilo professionale del commercialista", si chiude la nota.
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