Il ciclone Taylor Swift sulle elezioni americane. Dopo aver spinto il Pil di vari Paesi, creato inflazione in altri e addirittura provocato un mini terremoto a Seattle, la popstar ha fatto scattare con il suo endorsement a Kamala Harris la corsa a registrarsi per il voto, o quanto meno accedere alle informazioni necessarie.
Quasi 400.000 persone nelle 12 ore dal suo ormai storico post di appoggio alla vicepresidente hanno infatti visitato Vote.org, cliccando sull'indirizzo creato e condiviso da Swift. Una cifra notevole, soprattutto in una sfida testa a testa come quella che si profila fra Donald Trump e la vicepresidente, dove anche una manciata di voti può cambiare l'esito elettorale, soprattutto negli Stati in bilico. Se le registrazioni per votare si tradurranno in voti effettivi per Harris ovviamente è impossibile stabilirlo. Molti Switfie infatti - nota Dafydd Townley, insegnante di politica americana all'università di Portsmouth, con Newsweek - avrebbero votato per Harris in ogni caso, a prescindere dalla loro star preferita. Ma il solo fatto che la popstar possa aumentare le registrazioni al voto e l'affluenza alle urne è una vittoria per la candidata dem, osserva Townley. Altri osservatori ricordano che l'endorsement di Oprah Winfrey, la regina del piccolo schermo, valse a Barack Obama almeno un milione di voti.
Trump e il suo vice minimizzano l'impatto che la scelta di campo della popstar potrebbe avere sul voto. "E' una celebrità miliardaria che ritengo disconnessa dagli interessi e dai problemi degli americani", ha tagliato corto il senatore dell'Ohio cercando di sminuire il peso dell'endorsement che, a suo avviso, non fa altro che confermare come i democratici siano sempre più il partito delle elite. La campagna di Harris intende invece capitalizzare il sostegno di Swift e ha già avviato una raccolta fondi con la foto della popstar insieme al suo gatto.
L'obiettivo è avvicinare e conquistare i giovani, categoria lontana dalla politica soprattutto nell'era di Biden candidato.
Incoraggiante in questo senso è l'analisi dei dati sui 67,1 milioni di telespettatori che hanno seguito il dibattito in tv.
La cifra è superiore del 31% al pubblico di 51 milioni di persone che ha seguito il confronto di giugno fra Trump e Biden, ma meno degli 84 milioni del primo dibattito fra l'ex presidente e Hillary Clinton. In base ai dati di Nielsen, l'aumento dei telespettatori rispetto a giugno è legato alla fascia di età fra i 18 e i 54 anni che ha registrato un balzo del 50%.
Il dibattito comunque, secondo le rilevazioni di network televisivi e quotidiani, non è riuscito a sciogliere le riserve degli indecisi, il gruppo di elettori da conquistare a tutti i costi sia per Trump sia per Harris per avere buone chance di vincere la Casa Bianca. Se lo staff di Harris ne ha celebrato il successo, molti indecisi non sono rimasti così impressionati dalla sua performance. Dalle interviste condotte dal New York Times fra un campione di indecisi è emerso che Harris nel faccia a faccia è risultata "più presidenziale" e con una visione per risolvere alcuni dei maggiori problemi del Paese. Ma ai loro occhi la vicepresidente non è risultata molto diversa da Biden nelle sue ricette per gli Stati Uniti, e questo la penalizza.
Senza contare - hanno lamentato - che Harris non ha reso noti i dettagli delle sue iniziative, soprattutto sull'economia e sull'immigrazione.
Il campione di cinque donne elettrici indecise di Cnn ha evidenziato un trend simile, con le più propense a Trump non convinte dalla performance di Harris che, comunque, a loro avviso è stata migliore di quella del rivale. Anche loro hanno lamentato la mancanza di dettagli.
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