Il boia federale torna a colpire negli Usa dopo 17 anni, come voluto da Donald Trump in vista della sua campagna elettorale, ora sempre piu' all'insegna dello slogan 'low and order'.
La Corte suprema si è spaccata (5 a 4) ma nella notte ha dato il via libera all'esecuzione della condanna per Daniel Lewis Lee, un 47/enne suprematista bianco dell'Oklahoma accusato di aver partecipato nel 1996 in Arkansas all'uccisione in casa di un venditore locale di armi, di sua moglie e della loro figlia di 8 anni. I loro corpi furono ritrovati solo cinque mesi dopo essere stati appesantiti con sassi e gettati in un fiume.
"Non l'ho fatto io, ho fatti molti errori nella mia vita ma non sono un un assassino. State uccidendo un uomo innocente", sono state le sue ultime parole. In passato aveva accusato il tribunale di aver sottovalutato la prova del Dna che a suo avviso dimostrava la sua presenza altrove al momento del delitto.
Il condannato è stato immobilizzato su una barella e nelle sue vene è stata praticata una iniezione letale di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida. Poco dopo Lee ha alzato la testa per guardare intorno, il suo respiro è diventato affannoso, le sue labbra sono diventate blu e le sue dita pallide. Poi il suo petto ha cessato di muoversi.
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